Washington vuole che la Serbia riconosca il Kosovo e la Russia rimanga fuori dai giochi

Il Kosovo è a un importante crocevia dopo la sorprendente vittoria del partito dell’opposizione “Vetëvendosje!” alle elezioni del 6 ottobre, secondo il CEPA di Washington. Lo stesso “Center for European Policy Analysis” afferma che la nomina di un nuovo inviato americano per riprendere il dialogo Serbia-Kosovo fornisce un ulteriore impulso alla soluzione di uno dei problemi regionali più controversi, riporta Janus Bugajski.

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Durante la campagna elettorale in Kosovo, criminalità, corruzione, oltre a salute e istruzione sono stati tra gli argomenti principali, ma il futuro governo non può impegnarsi solo verbalmente a sradicare gli abusi più gravi, ma deve anche iniziare a raggiungere risultati.

“Slogan e promesse non bastano a placare gli elettori che sono sempre più frustrati dalla mancanza di progressi economici, né a soddisfare gli attori internazionali che ritengono che il Kosovo sia un Paese stagnante”, afferma Bugajski.

La lotta contro la corruzione deve comprendere tutte le istituzioni governative e devono essere applicate rigorose norme e responsabilità quando si segnalano le proprietà immobiliari dei politici. Allo stesso tempo, i contatti tra i funzionari eletti e le società private devono essere trasparenti e la riforma giudiziaria deve garantire che i pubblici ministeri e i giudici che si sono arricchiti attraverso la corruzione siano rimossi, dice il testo.

Albin Kurti, leader del partito “Vetëvendosje!”, potrebbe essere la figura più importante nella lotta alla corruzione, dal momento che non è coinvolto in affari oscuri.

Un altro compito importante per la nuova amministrazione di Pristina è quello di essere unita nel risolvere la disputa con Belgrado. La rapida formazione di un governo di coalizione tra Vetëvendosje!” e l’Alleanza democratica del Kosovo invierebbe un forte segnale di unità in questo senso, dice Bugajski.

La nomina dell’ambasciatore degli Stati Uniti in Germania Richard Grenell come inviato speciale per il dialogo indica che la Casa Bianca è decisa a normalizzare le relazioni Serbia-Kosovo, con l’assistente segretario di Stato Matthew Palmer già nominato inviato speciale nei Balcani occidentali.

Sebbene Grenell sia nuovo nella regione, ha esperienza come negoziatore presso le Nazioni Unite, mentre Palmer è un esperto funzionario del Dipartimento di Stato e conosce la complessità e le insidie ​​dei Balcani.

Secondo l’autore, la disputa sulla normalizzazione delle relazioni può essere completamente risolta solo se la Serbia riconoscerà l’indipendenza del Kosovo. “Grenell sarà sotto forte pressione e dovrà trovare rapidamente una formula per raggiungere questo obiettivo. Inoltre, nonostante il suo controverso passato di ambasciatore degli Stati Uniti in Germania, dovrà lavorare in tandem con i rappresentanti dell’UE che hanno aderito all’Unione come richiamo per tutti i Paesi dei Balcani occidentali”, scrive Bugajski.

Pristina dovrà lavorare a stretto contatto con Grenell e Palmer dimostrando la sua volontà di scendere a compromessi su alcune questioni come l’abolizione delle tasse sulle merci dalla Serbia. Allo stesso modo, è improbabile che il governo serbo conceda un pezzo di territorio nella valle di Presevo, soprattutto mentre si avvicinano le elezioni della primavera 2020, si legge nel testo.

Secondo Bugajski poi il Cremlino potrebbe persino nominare il suo inviato per i Balcani o chiedere di aver uguale voce in capitolo nel prossimo dialogo a due. Lo stesso autore osserva però che gli unici accordi di successo attuati nella regione sono quelli in cui Mosca non ha svolto un ruolo da attore: l’accordo di Dayton del 1995, l’accordo di Ohrid del 2001 e quello di Prespa tra Macedonia del Nord e Grecia nel 2018.

“Qualsiasi accordo duraturo tra Belgrado e Pristina deve esser fatto senza l’interferenza del Cremlino”, conclude quindi Bugajski.

Pogled iz Vašingtona: Srbija da prizna Kosovo, a Rusija da se ne meša

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