Washington Post: Nord del KiM per riconoscere l’indipendenza del Kosovo

Il controllo formale sul Kosovo settentrionale in cambio del riconoscimento dell’indipendenza del Kosovo sarebbe un modo per raggiungere una pace duratura tra serbi e albanesi, stima in un’analisi per Washington il professore associato presso l’Università di Mosca HSE Carter Johnson, aggiungendo che la divisione per territorio e per gruppi etnici aumenta le possibilità di raggiungere la pace a lungo termine.

Johnson ritiene che con la resa del nord della Serbia, il Kosovo accetterebbe la divisione che in pratica si è già verificata, dal momento che il nord del Ibar è per lo più abitato da serbi, indipendenti dal 1999, e che la reintegrazione di quel territorio in Kosovo potrebbe avvenire solo con la forza, che probabilmente porterebbe alla violenza di massa.

Johnson, tuttavia, ritiene logico che “la valle di Presevo rimanga serba”. Spiega che la Serbia controlla questo territorio e che gli albanesi difficilmente si ribelleranno in futuro senza il sostegno dal Kosovo, il che è improbabile dal momento che il Kosovo vuole aderire all’Unione europea.

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Egli conclude che “la resa pacifica della regione del Kosovo” potrebbe portare a “violenze e destabilizzazioni” se le forze serbe si ritirassero, e che le minoranze, tra cui più di 15.000 serbi, probabilmente lascierebbero il territorio.

Pertanto, Johnson dice che uno dei modi per mantenere la pace sarebbe che Pristina consegni il controllo formale del territorio a nord del fiume Ibar, accettando la divisione che è già successa.

Egli ritiene che ci sarebbero stati meno conflitti nel dopoguerra se nel’99 i confini, tra Serbia e Kosovo, fossero stati tracciati in modo da esprimere chiaramente le caratteristiche demografiche, e non fossero seguiti ciecamente le linee tirate nel 1947. Johnson afferma che la sua precedente ricerca sulla divisione come soluzione a guerre civili ha dimostrato che la divisione del territorio e dei gruppi etnici aumenta notevolmente la possibilità di pace, a differenza delle divisioni che si concentrano solo sul territorio.

Questo, però, è un risultato indesiderato per coloro che credono nel concetto di paese multietnico, perché dimostra che, almeno quando si tratta di guerre etniche, la separazione è uno dei modi migliori per raggiungere la pace.

Ricorda inoltre che ci sono stati conflitti armati dopo il ’99. proprio in quelle parti dove le minoranze etniche erano le più numerose, ovvero in tre comuni della Serbia meridionale e Kosovska Mitrovica.

Alla domande se i cambiamenti critici di confine potrebbero portare all’apertura del “vaso di Pandora”, Johnson dice che gli stessi rischi c’erano quando decine di paesi, nel 2008, hanno riconosciuto l’indipendenza del Kosovo, e negato lo “stesso diritto” alla Repubblica Serba, ma non ci sono state una rivolte.

Johnson conclude che la modifica del confine tra Kosovo-Serbia potrebbe portare a molte discussioni su questo argomento, ma non necessariamente aprire la porta a ulteriori cambiamenti di confine altrove.

http://www.rtv.rs/sr_lat/politika/vasington-post-sever-kim-za-priznanje-kosovske-nezavisnosti_948621.html

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