Dopo le azioni congiunte di forze armate e polizia, e dopo che sono stati intensificati i controlli alla frontiera con Bulgaria e Macedonia, il flusso di rifugiati che entrano in Serbia si sta riducendo, ha dichiarato il ministro Aleksandar Vulin. In questo modo anche le strade dei trafficanti sono state ostacolate.
Aleksandar Vulin ha visitato il Centro per rifugiati a Subotica ed ha comunicato che chiunque voglia entrare legalmente in Serbia ha diritto di farne richiesta, ma a nessuno sarà concesso il transito illegale.
“Secondo informazioni ufficiose i prezzi imposti dai trafficanti sono aumentati, perché è di dominio pubblico che la Serbia sta controllando meglio le sue frontiere, e che continuerà a farlo”, ha detto Vulin, aggiungendo che la Serbia non può più essere ostaggio della politica di qualsiasi altro governo, pagando le conseguenza dell’assenza di una politica comune dei paesi europei.
“Abbiamo offerto alloggio e tutto il necessario ai migranti, ma non accetteremo che qualcosa intervenga a minacciare l’ordine pubblico e pace nel paese”, ha detto Vulin commentando gli ultimi episodi verificatisi in prossimità della frontiera con l’Ungheria.
Il Ministro ha confermato i dati secondo cui attualmente alla dogana di Horgos sono presenti 600 migranti, mentre alla dogana di Kelebija ce ne sono 200. Nel frattempo, circa 150 persone hanno iniziato lo sciopero di fame.
“Tutti nel Centro per rifugiati di Subotica hanno a disposizione pasti, alloggio, servizi igienici e sanitari. Questo è quanto di meglio possiamo offrire ai profughi”, ha detto Vulin aggiungendo che la Serbia non si trasformerà in un parcheggio per le persone che non sono in grado di proseguire il proprio viaggio.
“Sarebbe meglio se l’UE mandasse un segnale chiaro su chi può e chi non può entrare e rispettasse queste regole. Purtroppo, finora non esistono regole e l’unica cosa che la Serbia può fare è comportarsi responsabilmente e in modo solidale tanto con queste persone, quanto con i propri cittadini”, ha dichiarato Vulin.
In merito alla presenza di un campo improvvisato vicino alla frontiera, Vulin ha detto che la violazione della legge non è reale e che non ci sono paesi che permetterebbero di avere gruppi di 50 persone nelle zone transfrontaliere.
“Finché la situazione è sotto controllo, la Serbia non utilizzerà la forza. Ma loro hanno un’alternativa. I profughi ritengono che ci sia più possibilità di attraversare la frontiera ed entrare in Ungheria se stanno dall’altra parte sostando in condizioni pessime, piuttosto che aspettando nei Centri in Serbia dotati di condizioni più umane”, ha detto Vulin.
Vulin ha inoltre aggiunto che gli organi competenti si stanno impegnando per diminuire la possibilità di ogni eventuale incidente. “Quando ci sono tante persone disperate e impaurite, insicure sulla possibilità di attraversare la frontiera, tutto è possibile. Ad oggi, oltre 700.000 persone hanno attraversato la Serbia e siamo risusciti ad evitare ogni incidente serio”, ha detto Vulin.
(RTS, 25.07.2016)