Ieri, il presidente del Partito popolare, Vuk Jeremic, ha invitato le istituzioni dell’Unione europea, attraverso la forza della loro influenza morale e politica, a obbligare il governo di Aleksandar Vucic a dei nuovi negoziati con l’opposizione serba sotto la supervisione delle stesse Istituzioni.
Jeremic afferma che l’obiettivo strategico di questi negoziati sarebbe la creazione di condizioni adatte per avere elezioni finalmente libere ed eque nel Paese, le quali dovrebbero svolgersi il prima possibile.
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“Non c’è più tempo da perdere se vogliamo preservare la credibilità dell’Europa”, afferma Jeremic nel suo testo intitolato “Dittatura nel vostro vicinato: perché il regime serbo è una minaccia alla credibilità dell’Europa”, pubblicato sul portale “Euractive” di Bruxelles, sostenendo che il governo guidato da Vucic non può e non vuole aspirare alla riconciliazione regionale o all’avvicinamento della Serbia alla UE.
Jeremic critica anche molti funzionari europei che continuano a tollerare il governo di Vucic, affermando che le loro motivazioni si basano su due ipotesi: una cinica valutazione del fatto che lui rappresenta un fattore di stabilità regionale e la promessa fatta di voler legalizzare l’indipendenza dichiarata unilateralmente dal Kosovo.
Per quanto riguarda il futuro status del Kosovo e Metohija, Jeremic accusa Vucic di essere riuscito a giocare in segreto con la comunità internazionale negli ultimi otto anni “assieme al suo compagno e complice a Pristina, il criminale di guerra Hashim Thaci, ora accusato di crimini contro l’umanità”.
Jeremic, commentando le proteste tenutesi a Belgrado e in diverse città della Serbia nei giorni precedenti, afferma che le strade delle città serbe sono l’ultimo rifugio della libertà e aggiunge che le persone sentono che il pericolo della pandemia, per il loro futuro, è inferiore al pericolo che ha il regime di Vucic.
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