La condanna del Tribunale all’Aia di Radovan Karadzic ha causato una nuova scossa nei rapporti tra Belgrado e Sarajevo. Il presidente della presidenza di Bosnia e Erzegovina Bakir Izetbegovic ha annunciato che questo paese sta considerando la possibilità di revisione del processo contro la Serbia per l’aggressione e genocidio.
Il presidente del governo serbo Aleksandar Vucic ha criticato fortemente le minacce arrivate da Sarajevo. “Purtroppo non sono sorpreso dalle notizie arrivate da Sarajevo. Nella prima dichiarazione dopo la condanna di Karadzic non ho neanche menzionato Bakir Izetbegovic, però ho intuito che qualcuno non vuole la conciliazione nella regione. La risposta della Serbia è che noi vogliamo una pace e una conciliazione sincere, non accuse e revisioni delle accuse. Purtroppo non troviamo un interlocutore e alcuni hanno interpretato questa sentenza come la possibilità di vendicarsi alla Serbia”, ha concluso Vucic.
Il presidente della Repubblica serba di Bosnia Milorad Dodik, reagendo alla dichiarazione di Izetbegovic ha detto che lui non rappresenta la Bosnia e Erzegovina perchè è solo il rappresentante mussulmano di questo paese. “Per iniziare qualche processo in nome della Bosnia e Erzegovina, dovrebbero essere considerate le opinioni di tutti, dunque, dei serbi, dei croati e dei bosgnacchi” ha detto Dodik.
Nel 2007 il tribunale internazionale ha respinto l’accusa della Bosnia e Erzegovina contro la Jugoslavia, ovvero la Serbia per aggressione e per il genocidio. Questa sentenza ha dato la possibilità alla Bosnia di iniziare il processo di revisione entro dieci anni se trova le nuove prove per la sua accusa.
(Politika, 29.03.2016.)