Vucic, padrone e beneficiario della retorica di Dacic, Vulin e Stefanovic

Secondo l’interpretazione degli esperti politici, la retorica anti-Ue e nazionalista evidente nelle dichiarazioni rese frequentemente dai ministri Ivica Dacic (Esteri), Nebojsa Stefanovic (Interni) e Aleksandar Vulin (Lavoro), avrebbe il ruolo di “smarcare” il Primo Ministro Aleksandar Vucic, consentendogli di presentarsi come un partner affidabile per l’UE e come agente di pace e stabilità nella regione.

Dejan Ilic, analista politico presso Pescanik, sostiene che Dacic e gli altri ministri non stiano agendo autonomamente, ma semplicemente eseguendo ordini provenienti da Vucic, il quale avrebbe il pieno ed esclusivo controllo del potere, e della retorica che tale potere intende sostenere: “le loro dichiarazioni sono funzionali alla costruzione dell’immagine di Vucic quale integro politico europeo, pronto per la cooperazione con la comunità internazionale”.

Nei giorni scorsi, Dacic e Vulin hanno apertamente criticato un alto ufficiale del Ministero degli Esteri tedesco, Michael Roth, colpevole, secondo quanto da loro affermato, di voler compromettere i rapporti tra Serbia e Russia, e di aver rilasciato dichiarazioni “inappropriate e offensive”.

“L’adesione alle sanzioni occidentali contro la Russia non comporta semplicemente un problema di armonizzazione di politica estera. Si tratta per noi di una questione di vitale importanza, in quanto la Russia si oppone al riconoscimento dell’indipendenza del Kosovo davanti alle Nazioni Unite, mentre i paesi occidentali stanno facendo di tutto per convincere gli altri a riconoscere il Kosovo”, ha affermato Dacic.

“Per quanto riguarda i famosi criteri di adesione all’Unione, un paese che ha espulso più di 200.000 serbi e non ha permesso loro di tornare, un paese che proibisce l’alfabeto cirillico, che riabilita fascisti e nega l’Olocausto, sta ora opponendosi all’ingresso della Serbia nell’UE. Sono questi i criteri che la Croazia ha superato?”, ha aggiunto il Ministro degli Esteri.

In contrasto con le dichiarazioni di Dacic, Vucic ha affermato che la Serbia intende essere un partner affidabile e responsabile per la Germania e per gli altri paesi dell’Unione europea, ringraziando inoltre la cancelliera Angela Merkel e il Governo tedesco per il loro supporto al processo di integrazione, “priorità della politica estera della Serbia.”

Le contraddizioni tra la retorica pubblica di Vucic e quella dei suoi ministri sono risultate evidenti durante gli accesi scambi di tono nazionalista che quest’estate hanno visto protagonisti funzionari provenienti dalla Croazia, Serbia e Bosnia-Erzegovina. Alla apparente sobrietà di Vucic, è corrisposta l’aggressività con cui Dacic, Stefanovic Vulin hanno replicato alle controparti croate e bosniache.

Il Partito Progressista Serbo di Vucic è storicamente emerso dalla ristrutturazione del partito radicale serbo nazionalista dell’ex imputato per crimini di guerra Vojislav Seselj, e molti dei suoi elettori si dicono conservatori ed euro-scettici, nonostante continuino a sostenere Vucic, chiaramente determinato a far parte dell’UE.

In questo contesto, le dichiarazioni intransigenti dei ministri di Vucic servono a rinsaldare la fedeltà di questa fetta di elettorato, e a dare l’impressione che il governo è ancora determinato a lottare per ciò che i conservatori considerano nell’interesse nazionale della Serbia.

Zoran Stojiljkovic, analista politico e professore presso la Facoltà di Scienze Politiche a Belgrado, ha spiegato a BIRN che, secondo la sua opinione, il governo sta adottando la classica strategia “poliziotto buono/poliziotto cattivo’, al fine di esprimere il suo disaccordo nei confronti dell’UE e dei suoi vicini senza compromettere l’immagine di Vucic.

Dacic e Stefanovic si sono espressi duramente anche dopo la lettera che il Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker ha inviato in risposta alle rimostranze di Vucic relative ad una presunta “atmosfera anti-serba” in Croazia. Il Primo Ministro invece, come da copione, ha reagito in modo neutrale, rifiutandosi di commentare la risposta di Juncker.

(BalkanInsight, 14.09.2016)

http://www.balkaninsight.com/en/article/serbian-bad-cops-bolster-pm-s-image-as-moderate-09-13-2016

Un piccolo favore

Dal 2013 il Serbian Monitor offre gratuitamente ai suoi lettori una selezione accurata delle notizie sulla Repubblica di Serbia, un impegno quotidiano che nasce dal genuino desiderio di offrire un'informazione senza distorsioni su un paese troppo spesso vittima di pregiudizi e superficialità. Da novembre 2016 questo servizio viene proposto in inglese e in italiano, con sempre più articoli originali per offrire un quadro completo sull'economia, la politica, la cultura e la società del paese balcanico. Il nostro archivio è completamente gratuito, a disposizione di chiunque voglia conoscere il paese, studiarne specifici aspetti o esserne costantemente aggiornato. Questo progetto potrà proseguire solo grazie all'aiuto dei lettori, cui chiediamo un piccolo sostegno economico per continuare a garantire un'informazione sempre più ricca di contributi originali. Se apprezzate il nostro lavoro vi invitiamo a cliccare il tasto qui sotto

This post is also available in: English

Share this post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

scroll to top