Il primo ministro Aleksandar Vucic ha dichiarato oggi nel corso di un’intervista alla televisione Pink che non vi saranno nuove elezioni nel prossimo futuro perché tale scelta”sarebbe irresponsabile”.
Come ha egli dichiarato: “E’ un bene non avere elezioni in un periodo in cui abbiamo la questione dell’UNESCO (in merito alla richiesta di adesione del Kosovo) e l’apertura dei negoziati di adesione all’Ue. Che vi saranno tra sei, otto o dieci mesi non posso escluderlo ma nei prossimi tre o cinque mesi non vi saranno elezioni anticipate. Il mio compito è di prendere decisioni nell’interesse dei cittadini”, ha detto Vucic, il qule ha aggiunto che non teme le elezioni e che mette al primo posto la fiducia dei cittadini e non il posto di primo ministro.
Vucic ha anche detto che secondo i sondaggi il suo Partito del Progresso Serbo avrebbe più voti se andasse alle elezioni da solo piuttosto che in coalizione e come andrebbero le elezioni lo sanno bene sia la Banca Mondiale che il Fondo Monetario Internazionale. Egli ha dubbi sul lavoro di qualche ministro che potrebbe operare meglio ma che in maggioranza il lavoro dei ministri è positivi e semmai “spesso sottostimato”. Alla domanda se egli sia contento del lavoro dei minsteri dell’istruzione e della sanità ha risposto affermando che medici e insegnanti meritano stipendi più alti e che il governo è impegnato a ristrutturare scuole e ospedali.
Per quanto riguarda la questione del Kosovo a Vucic è stato chiesto di commentare l’affermazione del Presidente dell’Accademia delle Scienze e delle Arti di Serbia Vladimir Kostic secondo il quale “è necessario che noi combattiamo per la nostra patria, il nostro Stato e il nostro popolo”. “Il punto è se avremo il risultato che desideriamo ma non vogliamo accettare in partenza il peggior risultato possibile. Combatteremo con intelligenza con tutti i mezzi democratici, politici e diplomatici”, ha risposto Vucic, che ha ricordato che da quando è primo ministro solo due Stati hanno riconosciuto il Kosovo.
Il primo ministro ha affermato di ritenere che la piattaforma negoziale per l’apertura del capitolo negoziale 35 con l’Ue, in cui rientra la questione del Kosovo, sarà meno onerosa per la Serbia della bozza che è stata resa pubblica e degli emendamenti ad essa proposti dalla Germania, dalla Gran Bretagna e dalla Croazia.
Vucic ha sottolineato che la Serbia deve rimanere sul cammino dell’integrazione europea per poter essere più forte. “Il mio lavoro è pagare ogni mese pensioni e stipendi per 2,5 milioni di persone, che possono ritardare e devono essere garantiti di mese in mese. Circa il 60% dei beni che esportiamo va in Unione europea: cosa accadrebbe se rinunciassimo ai paesi verso cui esportiamo una tale percentale delle nostre merci, compreso un altro 13% destinato ai paesi della regione?”.
Egli ha affermato che i rappresentanti del governo serbo non hanno visto la metà delle cose che gli altri partiti affermano che essi abbiano visto, compresi gli emendamenti e l’intera piattaforma negoziale per il Kosovo. Alla domanda se qualcuno gli abbia chiesto di riconoscere il Kosovo, Vucic ha risposto: “Nessuno mi ha chiesto di riconoscere il Kosovo. Se qualcuno lo avesse fatto, avrei risposto: “Questo è il suo parere, lo stesso di qualcuna ltro in Serbia”.
(B92, 18.10.2015)