I leader di Serbia e Kosovo, rispettivamente Aleksandar Vucic e Albin Kurti, si sono rifiutati di scendere a compromessi in un nuovo ciclo di incontri volto a migliorare le loro aspre relazioni e continuano a mettere a rischio le loro possibilità di adesione all’Unione Europea, ha dichiarato giovedì il massimo diplomatico del blocco.
Il capo della politica estera dell’UE Josep Borrell, che ha supervisionato il processo di dialogo tra Belgrado e Pristina, ha dichiarato che i negoziatori hanno presentato “una proposta seria ed equilibrata” per superare uno dei principali ostacoli alla realizzazione del loro piano di normalizzazione dei legami.
“Purtroppo, le parti non erano pronte a trovare un accordo senza precondizioni”, ha detto Borrell, e le precondizioni di ciascuna parte “erano inaccettabili (per) l’altra”.
Ha insistito sul fatto che il rispetto degli impegni presi nel dialogo “è l’unico modo per avanzare sulla strada europea” verso l’adesione. Entrambi i Paesi hanno dichiarato di voler aderire al blocco di 27 nazioni.
Nonostante l’intervento dei leader di Francia, Germania e Italia, il primo ministro del Kosovo Albin Kurti e il presidente serbo Aleksandar Vucic hanno iniziato a scambiarsi le colpe per la mancanza di progressi subito dopo i colloqui di Bruxelles, come hanno fatto per mesi.
I colloqui di giovedì avevano come obiettivo principale l’attuazione di un accordo raggiunto da Vucic e Kurti a febbraio, anche se da allora i due hanno sollevato problemi al riguardo. L’idea era di lavorare su nuove “proposte e idee” emerse nei colloqui esplorativi dello scorso fine settimana.
Ma Vucic e Kurti diffidano profondamente l’uno dell’altro e si stanno dimostrando difficili da gestire per l’UE.
Kurti ha detto che durante gli incontri, Vucic si è rifiutato di firmare l’accordo di febbraio e un piano d’azione per farlo funzionare.
“L’accettazione comporta una firma; solo una firma comporta l’accettazione e garantisce l’attuazione”, ha dichiarato Kurti in un comunicato.
Vucic ha respinto questa affermazione come “trucchi”, affermando che “non c’era alcuna questione di firmare o non firmare”.
“Qualcuno sta giocando per scaricare la colpa sull’altra parte”, ha detto.
Gli incontri a Bruxelles si sono svolti a margine di un vertice dell’UE.
(Beta, 27.10.2023)
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