Vrnjacka Banja è il più noto luogo di cura della Serbia centrale, a 200 chilometri a sud di Belgrado. La storia di questo centro termale è cominciata nel periodo che va dal II al IV secolo, quando i Romani costruirono Aquae Orcinae, luogo di cura e di riposo dei soldati della provincia di Moesia Superior. Visto che l’acqua sorgeva dal profondo della terra, si credeva che fosse il dono dell’Orco, il dio degli Inferi. La presenza dei romani è testimoniata dalla scoperta di Fons Romanus, ovvero la fonte romana di acqua tiepida minerale. Nel corso degli scavi vi è stato trovato un sacco di monete con immagini di imperatori romani, nonché una piscina di quell’epoca. .
Secondo lo storico Milan Sotirovic, il nome del paese proviene da un mestiere medievale, conosciuto come vrncanje, in latino aptacio logogit superiorum crepidae ovvero la lavorazione delle cinture per la parte superiore delle scarpe tradizionali serbe conosciute sotto il nome di opanci. Questo mestiere i serbi lo hanno ereditato dagli agricoltori greci. Oggi, a Vrnjacka Banja si può vedere la piu grande tipica scarpa serba del mondo, lunga 3,2 metri. Secondo una delle leggende, anche i padroni turchi ci venivano per essere serviti, ma il popolo serbo chiudeva le fonti d’acqua per evitare di mettersi al loro servizio. Dopo la liberazione dagli Ottomani le fonti furono riscoperte e nel 1835 il barone Sigmund Herder, per ordine di principe Milos Obrenovic, procedette ad analizzare le acque e a confermare l’alta qualità dell’acqua minerale.
La storia moderna delle terme comincia nel 1868 quando vengono scoperte altre sorgenti minerali. Ce ne sono sette dalle quali quattro sono utilizzate per le cure termali. Topla voda (L’acqua tiepida) è la sorgente più vecchia e la più famosa, utilizzata nel periodo romano dal I al IV secolo, con una temperatura di 36,5°C, equivalente a quella del corpo umano, ed è classificata nell’ordine delle acque minerali omeotermali carboniche acidule. Alla fine dell’Ottocento è stata scoperta la sorgente di Sneznik dalla temperatura di 17°C. Dopo la Prima guerra mondiale questa sorgente viene utilizzata per cure termali e insieme alla fonte Slatina di 24°C e a quella Jezero di 27°C, vengono classificate come alcalino-terrose.
Fons romanus è stata scoperta nel 1924, quando vi è trovata anche una roccia correttamente intagliata dalla quale sorgeva l’acqua minerale tepida, a una profondità di 2,40 metri. Vicino alla sorgente calda sono state trovate circa 200 monete romane che appartengono al periodo da Augusto a Valentiniano. Lo stesso anno vicino a Fons Romanus, circa alla stessa profondità, sono stati scoperti i resti di una piscina di quel periodo. La piscina veniva riempita con acqua minerale tiepida da una fonte indipendente la quale era scavata nella roccia, a forma di un piccolo pozzo. Dentro la piscina sono state trovate circa 60 monete romane, un anello e una chiave. La fonte è stata in uso dalla fine del I alla seconda metà del IV secolo. Grazie all’architetto Mihajlo Mitrovic, nel 1989 sopra la sorgente è stata posizonata una piramide in vetro.
Il Ponte dell’amore. Secondo la leggenda che è legata a uno dei piu romantici luoghi della Serbia,proprio su questo ponte si sono incontrati e innamorati un’insegnante, Nada (Speranza), e un ufficiale serbo, Relja, mentre la Prima guerra mondiale stava per scoppiare. Arrivata la guerra, lui se n’è andò per non tornare più perché si era innamorato di una donna greca, il che provocò un grande dolore della giovane insegnante e alla fine anche la sua morte. Oggi le fanciulle, scosse dal destino spietato di Nada, che desiderano salvare il proprio amore scrivono il loro nome insieme al nome dei fidanzati su dei lucchetti e li fissano alla ringhiera del ponte, che fu il luogo d’ incontro preferito dei due, e simbolicamente gettano le chiavi nel fiume.
Vicino al Ponte dell’amore c’è sempre una delle carozze, fijaker in serbo, che aspettano con pazienza i turisti per mostrare loro le bellezze del parco Vrnjacki park. Gli abitanti di Vrnjacka banja dicono che un giro in carrozza lo si deve fare per poter conoscere meglio la ricca vita vegetale del parco. All’interno del parco c’è anche il Giardino giapponese, costruito nel 2011 che si estende su 3.000 metri quadrati evocando la cultura della vita del popolo giapponese grazie alle piante disposte in vari stili di orticoltura. Nel cuore del giardino si trova un piccolo lago e un isolotto che ospita la Casa del tè, nei pressi una collina e una piccola cascata. Questo è il secondo giardino giapponese in Serbia, mentre il primo si trova a Belgrado.
Dopo aver fatto un giro in carozza, si può vedere il palco del Carnevale che si trova vicino al Ponte dell’amore. Dal 1868, quando comincia la storia di Vrnjacka banja, in questo famoso luogo di cura si svolgevano i kermes ottomani, che sono il precursore del famoso carnevale-Vrnjacki karneval. I kermes rappresentavano le feste durante le quali i mercanti vendevano le proprie manifatture, vari oggetti, le opere d’arte e tutti i soldi raccolti erano devoluti a favore di coloro che ne avevano bisogno. Per le strade passeggiavano, gli artisti, gli intelletuali, i militari, gli attori, le truppe teatrali, nonché la gente comune . Il primo Carnevale che ha arricchito la tradizione con le maschere è stato fondato negli anni 60 del XX secolo e nel 2005 in questa cittadina si svolge il primo carnevale internazionale organizzato a cura del Centro turistico-sportivo di Vrnjacka banja. Dal 2006 la città fa parte della Federazione europea delle città del Carnevale. La manifestazione si svolge ogni anno a luglio e dura 7 giorni.
All’inizio del XX secolo sono stati costruiti numerosi alberghi e ville moderne tra i quali anche la Villa Belimarkovic, detta il Castello della cultura, uno dei più antichi edifici, che si trova su una collina sopra la sorgente Acqua calda. Il castello fu costruito alla fine del XIX secolo , nel periodo tra il 1888 e il 1894 , nello stile tipico dell’Italia Settentrionale per il generale Jovan Belimarkovic, vicario dell’allora minorenne re della Serbia Aleksandar Obrenovic. Gli eredi di Belimarkovic hanno vissuto in questo castello fino agli anni ’70 del XX secolo, quando il castello fu acquistato dallo Stato per diventare un bene culturale. Oggi è un luogo dove si svolgono numerosi eventi, concerti, presentazioni e iniziative culturali in genere. All’interno del castello c’è il museo locale con la sua mostra permanente dove si può conoscere il meglio della storia e dei costumi della popolazione serba. Tra gli eventi più popolari il Festival internazionale di musica classica, L’estate di letteratura, I giorni del teatro serbo, il Festival della creatività artistica e il Festival delle Sceneggiature Cinematografiche.
Nelle vicinanze si estende il monte Goc con un’altitudine compresa fra 220 e 300 m sul livello medio marino. Le sue pendici sono coperte da fitti boschi di faggio e di conifere, da piantagioni di prugne e di lamponi e da numerosi vigneti.
E’ un posto ideale per fare passeggiate nella natura incontaminata vicino alle ricche sorgenti di montagna. Un’esperienza speciale è lo sci di notte sulla pista lunga 520 metri. A 10 km da Vrnjačka Banja, presso il fiume Zapadna Morava, vengono organizzate anche gare sportive delle quali possono godere anche coloro che preferiscono il fiume e la pesca.
A Vrnjacka banja e nei dintorni si possono assaggiare i formaggi e le trote grigliate. Tra i piatti tradizionali che si consigliano ci sono la srpska gibanica, una sfoglia riempita con formaggio fresco, torte salate con gli spinaci e i cevapcici ovvero le polpettine di carne alla griglia. A chi piace la grappa, può degustare le grappe tipiche di prugna e di vinaccia. Per quanto riguarda i vini , a 43 km dalle Terme si trova una vallata che si chiama Aleksandrovacka Zupa (Parrocchia di Aleksandrovac) nota per il vino di qualità, visto che questo è un posto dove la viticoltura ed l’enologia rappresentano una tradizione che si è da anni mantenuta immutata. Durante la Prima guerra mondiale i parrocchiani andavano in Francia per curarsi e lì avevano affinnato le proprie conoscenze sui vini con lo scopo di trasferirle ai loro discendenti e da allora questa è una tradizione familiare quasi centenaria. la cantina “Vino Zupa” esiste dal 1956 e continua ad essere simbolo di ricchezza e potere, ricordando la storia quando i guerrieri celti , i legionari romani , i beg turchi , i sindaci e i re serbi si deliziavano a degustarlo.
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