Vladimir Kostić: “Necessario avviare un dialogo politico in Serbia”

Il presidente dell’Accademia serba delle scienze e delle arti (SANU), Vladimir Kostic, ha dichiarato di aver osservato che l’autoritarismo della politica e il crollo delle istituzioni hanno messo in pericolo la democrazia in Serbia così tanto, che i cittadini sono rimasti senza forme democratiche e hanno perso fiducia nelle istituzioni, nella vita politica multipartitica e nel significato della partecipazione personale ad essa.

Kostic ha chiesto di avviare al più presto un dialogo in Serbia in modo che la società “non ripeta, secondo una pratica sinistra, le stesse idee sbagliate e gli errori del passato”.

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L’autore, nel testo per il settimanale “NIN”, ha affermato di essere preoccupato dalla sensazione che la società serba stia entrando in una “spirale di violenza” mentre lui vede “lampeggiare scintille occasionali” con inaccettabile indifferenza e irresponsabilità.

Il discorso politico in Serbia, secondo Kostic, si basa principalmente su un voltafaccia negativo dove gli “altri sono un inferno”.

“Esausti dalle divisioni, continuiamo a ripeterle compulsivamente, e le nostre divisioni di solito tendono ad essere definitive. Non ci sono innocenti, ma è un luogo comune che la responsabilità sia principalmente nelle mani di coloro che sono al potere, perché gli strumenti di creazione e disfacimento sono principalmente nelle loro mani”.

Parlando dell’atmosfera politica, l’accademico ha affermato che “da lungo tempo e con strana energia attacchiamo le istituzioni e gli individui e poi siamo sorpresi che lo spazio intorno a noi sia devastato, tranne per la presenza di alcuni leader politici che, appunto perché non ci sono istituzioni e sistemi, ci portano fuori da un vicolo cieco”.

Lo stesso ha sottolineato che la società serba come in una “nevrosi compulsiva”, ripete e persiste nella personalizzazione del potere con la “figura di un leader”.

“Perché indirizziamo ripetutamente la nostra energia politica all’idea di un messianesimo politico e accettiamo di credere nelle missioni che attribuiamo a un “deus ex machina”; da dove ci viene l’idea che i frutti dell’emancipazione civica, almeno inizialmente, richiedano l’assolutismo di un leader illuminato?” si chiede.

Kostic aggiunge che qualsiasi “raggruppamento personale di potere o influenza”, di regola provoca “l’immobilizzazione delle istituzioni e degli individui, una fuga dalle responsabilità, inazione e pigrizia mentale, annegamento in infiniti intrighi politici” di coloro i quali “preparano la loro apostasia gridando al leader”.

“Il culto, sincero o no, è un goffo servizio al leader stesso”, sottolinea.

Con questo assunto lui non vuole salvare nessuno dalle proprie responsabilità personali, ma cerca di sottolineare che qualcosa non va nella comprensione da parte dei cittadini della democrazia, della politica, del sistema e della routine politica in Serbia, nonché dei valori nazionali.

https://www.danas.rs/politika/vladimir-kostic-za-nin-a-da-mozda-ipak-pocnemo-da-razgovaramo/

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