Il segretario generale dell’Associazione delle banche della Serbia, Vladimir Vasić, ha dichiarato che l’inflazione in Serbia dovrebbe scendere tra il 9 e l’11% entro la fine di quest’anno.
Commentando le proiezioni della Banca nazionale di Serbia, secondo le quali si prevede un calo significativo dell’inflazione nella seconda metà dell’anno, Vasić ha dichiarato all’agenzia Tanjug che si tratta di una buona notizia e che l’inflazione dovrebbe finalmente iniziare a considerare quanti danni ha fatto alla gente comune, alle imprese, all’economia e alle banche. “Ci aspettiamo che l’inflazione si attesti tra il 9 e l’11% entro la fine dell’anno e che torni a un range normale del 3%, più/meno 1,5%, l’anno prossimo”, ha detto Vasić.
Alla domanda se ci sarà un calo dei prezzi al consumo, Vasić spiega che i prezzi sono dettati dai clienti e che dipende dalla loro decisione di acquistare o meno un prodotto. Quando gli è stato chiesto di commentare il calo di interesse dei cittadini per i prestiti e se questa sia la fine dell’era del denaro a basso costo, Vasić ha dichiarato che alla fine del 2022, per la prima volta, l’Euribor è stato negativo e poi pari a zero e ha aggiunto che tornerà a quel livello probabilmente nel 2024 quando il costo del denaro scenderà. “Non sono sicuro che l’Euribor sarà negativo, ma sono certo che diminuirà”, ha detto.
Ha anche parlato del tasso di interesse variabile, affermando che è stato utilizzato per 20 anni e che le persone che hanno contratto mutui e altri prestiti ne hanno beneficiato, perché hanno pagato meno rate di quanto avrebbero dovuto.
“Quando c’è incertezza sul mercato come adesso e non si sa quando l’inflazione si fermerà del tutto, allora c’è incertezza su quale sarà il prezzo del denaro. Quando si prende un prestito in qualsiasi momento, il tasso di interesse fisso in quel momento è sempre più alto del tasso di interesse variabile perché contiene una dose di incertezza nel futuro”, ha spiegato Vasić.
(Nova.rs, 02.03.2023)
This post is also available in: English