Le aziende nazionali non perdono l’occasione di partecipare alle fiere più importanti dell’industria agroalimentare: tra queste, “Sijal” in Francia, “Biofah” e “Anuga” in Germania.
Sono undici le aziende del settore agroalimentare serbo che si stanno preparando per viaggiare alla volta dell’India, dove prenderanno parte alla Fiera del cibo “World Food”, e potranno cogliere l’occasione per impegnarsi con i partner indiani e, nel prossimo anno, migliorare, o almeno, preservare il livello raggiunto dalle esportazioni del settore agroalimentare serbo registrate lo scorso anno.
Le fiere alimentari e agricole più importanti, cui le aziende serbe prendono parte da anni, sono “World Food” e “Prodexpo” di Mosca, “Sijal” in Francia, “Anuga” a Colonia e “BioFah” a Norimberga.
“La Camera di commercio serba in alcune fiere conduce società nazionali in collaborazione con l’Agenzia per lo sviluppo della Serbia, mentre in occasione di alcune manifestazioni organizziamo la nostra stessa partenza e a singole manifestazioni accompagnamo le aziende come visitatori”, spiega Veljko Jovanovic, capo del Centro per la produzione biologica della Camera di Commercio serba. “Undici delle nostre aziende si recheranno in India questa settimana. Nelle fiere presentiamo aziende che non sono presenti. Parliamo con i partecipanti, organizziamo colloqui diretti, esploriamo le richieste del mercato, aiutano le aziende a stabilire un contatto. Per la fiera Maxfood a Rimini, per esempio, abbiamo gestito le aziende come visitatori. Questo evento è in fase di sviluppo, ma in questo modo i nostri produttori hanno la possibilità di stabilire contatti e collaborazioni con partner stranieri”.
Quanto importante questo sia da un punto di vista internazionale, è meglio illustrato dalla performance realizzata lo scorso anno delle aziende serbe presenti al World Food a Mosca: in quell’occasione contratti per 27 milioni di euro sono stati concordati.
“In quei sei giorni a Mosca sono stati conclusi o si è dato avvio a tanti lavori importanti”, spiega Jovanovic. “In che misura questo costituisca un grande valore è dimostrato dal dato secondo cui il 10% sul totale delle esportazioni in questo settore sono verso la Russia. E questo è stato raggiunto in soli sei giorni della fiera”.
Il mais occupa il primo posto nell’elenco dei prodotti agricoli serbi più esportati: l’anno scorso la Serbia ha esportato 346 milioni di dollari di mais. Il secondo prodotto della lista è il tabacco (277 milioni di dollari) e al terzo posto troviamo il lampone congelato (248 milioni di dollari).
“Siamo anche abbastanza competitivi anche sul mercato degli alimenti. Esportiamo grandi quantità di mele in Russia. Poi esiste l’esportazione di bacche (lamponi, more e mirtilli) che esportiamo in mercati molto esigenti come il Giappone, la Gran Bretagna e i Paesi del Nord Europa. Tuttavia, il mais rimane il nostro prodotto di esportazione numero uno, che pone anche un problema perché dobbiamo lavorare sull’esportazione di prodotti che sono in una fase di lavorazione più elevata e hanno un maggior valore aggiunto. Per vendere tali prodotti, le nostre aziende alimentari devono investire una considerevole quantità di risorse nel marketing. Ad esempio, le nostre aziende confezionatrici riscuotono molto successo all’estero, mentre le nostre birrerie stanno diventando piuttosto competitive”, aggiunge Jovanovic.
(Vecernje Novosti, 02.11.2017)
http://www.novosti.rs/vesti/naslovna/ekonomija/aktuelno.239.html:693759-Svet-voli-srpsku-hranu
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