In 15 anni e mezzo lo Stato serbo ha stanziato 928 milioni di euro per investimenti stranieri e nazionali. I progetti in questione sono 342, e il valore degli investimenti che con questi soldi hanno portato all’occupazione di quasi 100.000 lavoratori, si aggira intorno ai 5 miliardi di euro.
Lo dimostra l’Analisi della giustificazione degli investimenti, recentemente fatta dal Ministero dell’Economia, dalla quale si può concludere che è ben giustificato che così tanto denaro sia stato stanziato dall’erario statale, perché la Serbia è diventata una destinazione di investimento attraente. Il fatto che la “Geox” abbia lasciato a casa 1.200 lavoratori chiudendo il suo stabilimento di Vranje, dopo che lo Stato ha dato loro più di 11 milioni di euro di sussidi dalle sue casse, non preoccupa perché, dicono, è un caso solitario.
“Ad eccezione di “Geox”, non abbiamo informazioni che qualcun altro, anche nell’anno della pandemia, abbia chiuso il suo stabilimento, ma al contrario tutti i progetti avviati hanno annunciato una prosecuzione e nuovi investimenti. Siamo particolarmente soddisfatti del fatto che abbiamo più di 40 reinvestimenti. Si tratta di aziende che hanno completato entrambe le fasi dei progetti e che hanno avviato nuovi cicli e progetti di investimento, perché la direzione di tali società ha riconosciuto la Serbia come un ambiente di investimento buono e sicuro”, affermano per “Blic Biznis” dal Ministero dell’Economia.
Gli imprenditori nazionali affermano che, data la quantità di incentivi che gli stranieri ricevono dal bilancio serbo per dipendente, le cifre vanno da 2.000 a oltre 20.000 euro, il loro management riconosce la Serbia solo come una destinazione redditizia dalla quale possono realizzare un profitto senza significativi e propri investimenti. Sostengono questa posizione sin dall’inizio dell’applicazione di questa misura, sostenendo che lo Stato favorisce le parti da 15,5 anni a scapito degli investitori nazionali. A sostegno di tale rapporto, la ricerca degli esperti afferma che solo il 25% dei sussidi statali è finito nei loro conti e che gli stranieri hanno ricevuto 14 volte più soldi di loro.
Il professore dell’Accademia bancaria di Belgrado, Zoran Grubisic, dà una visione diversa: “Siamo costretti ad essere un Paese che attrae capitali dall’estero, per questo offriamo benefici, sussidi e investimenti diretti dove conviene allo Stato. Le società nazionali non hanno la capacità di investire tanto quanto quelle estere, e non è realistico aspettarsi che “sulla bilancia”, in termini di quantità di investimenti e sussidi, si stia dalla parte degli imprenditori serbi. Sarebbe invece utile che gli investimenti esteri fossero seguiti da un capitale locale più coinvolto come “subappaltatore”.
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