Tre anni dalla demolizione illegale del quartiere Savamala – Ancora oggi zero risposte

Il 24 aprile di tre anni fa, le autorità sono rimaste a tacere davanti al terribile evento che aveva colpito un quartire di Belgrado, Savamala; un gruppo di persone, con il volto coperto da maschere, abatté e distrusse parte della città e la polizia non reagì ai reclami dei cittadini.

Sono passati tre anni da questo evenimento a Savamala e il pubblico, non ha ancora una risposta alla domanda su chi siano i “perfetti idioti”, che hanno violato la legge e nel cuore della notte, hanno legato e preso i telefoni a molte persone e demolito edifici in via Hercegovacka a Belgrado.

Savamala oggi è un grande cantiere da cui nascerà il progetto Belgrade Waterfront, un progetto di importanza nazionale, come proclamato dalle autorità. Nonostante ci sia stato l’insediamento ufficiale dei primi inquilini nelle due torri già finite, a cui vi partecipò anche il Presidente serbo Aleksandar Vucic, oggi poche persone ci abitano.

Nelle due torri costruite qualche luce accesa, di notte, si vede. Coloro che hanno vissuto in questo quartiere di Belgrado prima della demolizione, sono stati spostati in altre parti della città. Tuttavia, nessuno di loro vuole parlare per i media, perché temono di avere problemi con la nuova sistemazione. In realtà, non ci è stato nessun piano di collocamento dei ex residenti di Savamala, infatti, molte famiglie hanno firmato diversi accordi e contratti con la città di Belgrado – ad alcune famiglie sono stati dati nuovi appartamenti, altri hanno firmato contratti per l’alloggio per tre o cinque anni.

La guardia di sicurezza dell’azienda “Iskra”, i cui edifici furono demoliti il ​​24 aprile 2016, confermò che quel giorno le persone mascherate lo legarono e gli presero il telefonino. Quella sera per le strade di Savamala l’illuminazione notturna non funzionava, e la polizia reagì solo dieci giorni dopo la demolizione su ordine del Pubblico Ministero. Dusan Miljevic, proprietario dell’azienda “Iskra”, è ancora sotto processo per la demolizione illegale dell’azienda.

Proprio in occasione dell’anniversario dalla demolizione del quartiere, l’azienda Belgrade Waterfront ha organizzato l’apertura di una mostra d’arte nella galleria Progres, invitando i cittadini “a creare insieme un’esperienza unica artistica di Belgrado”.

L’iniziativa “Ne davimo Beograd”, che con una protesta in via Herzegovacka segnerà i tre anni dalla demolizione illegale di Savamala, ritiene che l’apertura della mostra rappresenta un tentativo spudorato di distogliere l’attenzione pubblica dal fatto che a questo crimine non è stata data ancora una risposta, “così come ritiene che l’azienda Belgrade Waterfront sfrutti in questo modo gli artisti, al fine di pulire la propria immagine”. Dall’iiziativa ritengono che BW sia direttamente responsabile del sequestro dell’Anfiteatro Sava dai cittadini di Belgrado.

Nel giugno 2016, l’allora primo ministro, Aleksandar Vucic, dichiarò che dietro alla demolizione a Savamala ci sono i più alti organi del governo cittadino di Belgrado. L’ex moglie dell’allora sindaco di Belgrado, Sinisa Mali, Maria Mali, in un’intervista per il KRIK, disse che suo marito le aveva detto che aveva organizzato lui personalmente la demolizione. Lui ha negato tutto, ovviamente, e così fino ad oggi né lui né Maria sono stati mai interrogati in occasione di queste accuse.

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