Belgrado, Skopje e Tirana, capitali dei Paesi della “Piccola Schengen”, hanno firmato un Memorandum d’intesa e cooperazione nella lotta contro il COVID-19. È stato firmato anche un accordo interstatale tra Serbia e Albania sulla libera circolazione dei cittadini muniti di carta d’identità.
Il Memorandum e l’Accordo sono stati firmati dai Primi Ministri di Serbia, Macedonia del Nord e Albania, Ana Brnabić, Zoran Zaev ed Edi Rama, alla presenza del Presidente della Serbia, Aleksandar Vučić.
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Il Presidente Vučić ha sottolineato che la cooperazione nella lotta contro il coronavirus e la libera circolazione dei cittadini non è solo un’iniziativa politica, ma una cosa che porterà un maggiore successo nelle economie dei Paesi e una più alta fiducia e solo quando verranno conclusi i diversi accordi, i cittadini si renderanno conto dei vantaggi.
Secondo lui, ora che sono stati risolti formalmente gli ostacoli e i cittadini della Serbia possano andare in Albania solo con la carta d’identità, ci saranno molti più turisti albanesi a Nis e Belgrado, ma anche molti più serbi che vogliono vedere Durazzo, Tirana, Valona.
Il Premier albanese, Edi Rama, ha affermato che è importante per l’Albania aver raggiunto un accordo con la Serbia al fine di attraversare il confine solo con una carta d’identità.
“Un passo molto positivo è anche la cooperazione nella condivisione di informazioni, esperienze, ma anche oneri, quando si parla della lotta contro il COVID-19”, ha sottolineato.
Come ha affermato il Premier della Macedonia del Nord, Zoran Zaev, il Memorandum faciliterà ulteriormente la vita dei cittadini dei tre Paesi e getterà le basi per la ripresa economica, poiché si lavorerà insieme all’approvvigionamento del vaccino e ci si aiuterà a vicenda in caso di sovraccarico del sistema sanitario macedone, serbo o albanese, mentre proseguiranno i corridoi verdi e gli scambi per facilitare il lavoro durante la pandemia.
“I cittadini si muoveranno senza test PCR e barriere amministrative e finanziarie, nonché senza costi aggiuntivi. Se un residente di questi tre Paesi viene curato in un altro, il Paese in cui viene assistito sosterrà i costi”, ha concluso Zaev.
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