Terra Madre Serbia: scoprire la Serbia più profonda attraverso il cibo

di Giorgio Fruscione

Conferenza stampa all’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado per la presentazione ufficiale del primo festival “Terra Madre Serbia”, dal titolo “I piccoli produttori agricoli come guardiani della biodiversità e fattori di sviluppo economico locale”, da Slow Food Serbia.

A presentare l’iniziativa ai giornalisti, hanno partecipato il direttore dell’Istituto, Davide Scalmani, il presidente dell’associazione Slow Food Serbia, Biagio Carrano e due produttori locali, Rifat Hadžalić e Stevica Marković.

 La conferenza è iniziata ponendo l’accento sull’esempio offerto dalla cucina e dalla tradizione italiana. “L’Italia è l’esempio vivente di come la cucina sia cultura e di come la nostra cultura si rispecchi nei nostri piatti e nelle nostre tradizioni culinarie”, ha affermato il direttore Davide Scalmani. “Inoltre – prosegue – non dobbiamo dimenticarci quanto sia importante la tutela del territorio per far sì che le nostre tradizioni e la nostra cucina possano continuare a rappresentare un elemento straordinario della nostra cultura”.

Il direttore dell’Istituto ha poi sottolineato l’importanza degli obiettivi portati avanti da eventi come Terra Madre Serbia, individuandone due in particolare: la tutela e il rispetto di chi lavora la terra, dando quindi valore ed importanza al frutto del loro lavoro; ma anche, la tutela e il rispetto della terra stessa, senza tralasciare la fondamentale problematica dell’acqua.

Gli obiettivi del festival – che avrà luogo venerdì 30 ottobre a Novi Sad e sabato 31 ottobre a Futog – sono quelli di presentare i prodotti locali tipici della Serbia che rappresentino non solo la tradizione del paese ma anche una fonte di sviluppo, rurale e sociale. “Il cibo, infatti, non è solo qualcosa di cui ci serviamo quando abbiamo fame, ma rappresenta identità, tradizione, cultura e persino politica, proprio perché può garantire uno sviluppo locale sostenibile, basato su prodotti tradizionali, genuini e incontaminati dalle logiche della produzione alimentare industriale. I piccoli produttori agricoli, infatti, sono custodi di biodiversità e promotori di sviluppo locale, come riportato dal titolo del festival”, afferma Biagio Carrano.

2 Mentre venerdì 30 presso il palazzo comunale di Novi Sad, si terrà la conferenza sul tema “Tutela e sicurezza dei prodotti alimentari tipici in Serbia nel percorso di integrazione europea”, il momento chiave della manifestazione avverrà sabato 31 a Futog, piccola cittadina vicino Novi Sad. A Futog saranno presenti 35 piccoli produttori agricoli che presenteranno i propri prodotti alla mostra-mercato.

Tra essi, non mancheranno Rifat Hadžalić, agricoltore di Prijepolje, che presenterà la “Sita”, un prodotto tradizionale ricavato dall’estratto di mela, che ha l’aspetto di uno sciroppo concentrato molto denso, dal color cioccolato ma che non presenta l’aggiunta di zuccheri se non quelli del succo di mela, consigliato a colazione insieme alla lepinja (focaccia locale), ottimo contro il colesterolo.

E ancora, non mancherà l’ajvar, la cui popolarità va ben oltre la penisola balcanica, tanto da essere diventato un prodotto su scala industriale il cui brevetto è detenuto dalla Slovenia. Tuttavia, l’ajvar prodotta a Leskovac da Stevica Marković cerca di recuperare il caratttere autentico di questo condimento per carni e pesce, ma che si accompagna benissimo anche solo con il pane. “L’ajvar è un prodotto tradizionale, c non industriale, e come tale lo presenteremo a Futog. Per produrla, uso sostanto sale, olio di semi di girasole, aceto di vino e peperoni”, afferma orgoglioso Stevica.

I partecipanti alla conferenza hanno potuto degustare un cagtering speciale, fornito dall’hotel Mona Zlatibor sulla base del progetto “Planinski dorucak” (colazione montanara) di valorizzazione dei prodotti tipici del territorio montano Zlatar-Tara-Zlatibor realizzato dalla locale agenzia di sviluppo locale.

In conclusione, Terra Madre Serbia rappresenta l’esordio di un progetto sì innovativo ma ancorato alla cultura locale, per fare della tradizione culinaria un modello di sviluppo sostenibile per tutta la Serbia.

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