Tasse su importazione in Croazia: l’ultimatum dei paesi confinanti

Quattro paesi balcanici hanno minacciato di intraprendere contromisure se la Croazia non dovesse revocare entro una settimana la decisione relativa all’aumento delle tasse sulle importazioni di frutta e verdura.

Lunedì Serbia, Bosnia-Erzegovina, Macedonia e Montenegro hanno emesso un ultimatum alla Croazia, chiedendo di revocare entro la settimana la decisione di aumentare le tasse sulle importazioni di frutta e verdura, altrimenti ricorreranno a contromisure.

“Il nostro obiettivo non è quello di combattere una guerra commerciale: non vogliamo avviare un ciclo di misure e contromisure, ma la nostra mano sarà costretta se la questione non dovesse essere risolta nella prossima riunione, che dovrebbe tenersi alla fine di questa settimana”, ha chiarito il Ministro del Commercio della Serbia, Rasim Ljajic.

Se la situazione non verrà risolta, ciascun paese determinerà la natura delle proprie contromisure, secondo quanto hanno reso noto ai media i ministri della Serbia, della Bosnia-Erzegovina, della Macedonia e del Montenegro, in seguito ad una riunione avuta organizzata a Sarajevo.

Il Ministro del commercio estero della Bosnia-Erzegovina, Mirko Sarovic, ha dichiarato alla stampa di aver parlato con il Ministro dell’Agricoltura croato, Tomislav Tolusic, dopo la riunione e che Tolusic ha accettato di incontrare i ministri degli altri paesi nei prossimi giorni.

“Queste misure sono inaccettabili, non possiamo tollerarle e cercheremo di prendere le misure adeguate”, ha rimarcato Sarovic.

Secondo quanto ritiene la Ministra montenegrina dell’Economia, Dragica Sekulic, la Croazia potrebbe revocare la sua decisione nel corso della prossima riunione dei ministri, che si terrà a Podgorica.

Il Ministro dell’Agricoltura macedone, Ljupco Nikolovski, ha dichiarato che la Croazia sta violando l’accordo di stabilità e di associazione che i paesi regionali hanno firmato con l’UE, nonché i principi dell’Organizzazione Mondiale del Commercio.

La Croazia la scorsa settimana ha ampliato l’elenco dei prodotti ortofrutticoli provenienti da paesi extracomunitari che devono essere sottoposti a controlli fitosanitari al confine e ha fissato nuove tasse per gli esportatori, 22 volte più onerose di quelle precedenti.

Secondo le nuove aliquote fiscali, un certificato di conformità agli standard del mercato croato ora dovrebbe costare 270 euro, invece che 12 euro.

Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Macedonia, Montenegro e Serbia hanno inviato una lettera comune alla Commissione europea la scorsa settimana, lamentandosi per l’imposizione di cosiddetti ostacoli non tariffari della Croazia.

La Commissione europea non ha ancora risposto alla denuncia, ma Ljajic ha dichiarato di avere informazioni secondo cui Bruxelles considera la decisione della Croazia una violazione dell’accordo di stabilizzazione e di associazione.

Il Ministro croato per l’Agricoltura, Tomislav Tolusic, aveva dichiarato domenica che le tariffe più elevate sono state imposte su un totale di 168 paesi e non sono destinate a danneggiare le economie dei vicini regionali.

“Mi aspetto che avremo un incontro con i ministri dei paesi limitrofi, entro una o due settimane, e vediamo qual è il problema”, ha dichiarato Tolusic ai media.

(Filip Rudic, Balkan Insight, 07.08.2017)

http://www.balkaninsight.com/en/article/regional-countries-issue-ultimatum-over-croatia-s-tax-hike-08-07-2017

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