Diversi studi sfatano il mito secondo cui in Serbia la tassazione sul lavoro sarebbe esageratamente elevata.
Una delle convinzioni maggiormente diffuse in Serbia, sia nel mondo degli affari che tra le persone comuni, riguarda l’elevato importo delle tasse imposte sulle retribuzioni dei lavoratori: secondo tale convinzione, sui redditi in Serbia graverebbe la tassazione più elevata in Europa. Tuttavia numerosi studi e confronti a livello internazionale, condotti negli ultimi anni, hanno dimostrato che la pressione fiscale su salari e stipendi in Serbia si attesta intorno alla media europea.
Il sistema serbo di tassazione del lavoro è simile al modello utilizzato in molti paesi europei, tra cui la Germania: oltre ad un’imposta sul reddito generale, che ammonta al 10%, i datori di lavoro e dipendenti pagano tre tipi di contributi sociali – per le pensioni, l’assistenza sanitaria e l’eventualità di disoccupazione. I tassi a cui viene pagata l’assicurazione sociale, così come la base per il loro calcolo, sono complessi. Il salario netto medio in Serbia ad agosto 2016 si è attestato sui 45,286 dinari [circa € 367]. Il totale delle imposte sul reddito e dei contributi sociali che avrebbero dovuto essere pagati rispetto a questa stipendio netto ammonterebbe a 28,929 dinari [circa € 234]. Di conseguenza, dal punto di vista del datore di lavoro, il “salario lordo”, o il costo totale per lavoratore, calcolato su uno stipendio “medio”, ammonterebbe a 74.215 dinari [circa € 602]. Detto altrimenti, la tassazione del lavoro costituisce il 39% dei costi salariali lordi per un datore di lavoro che assuma concedendo lo stipendio medio.
Se tale onere fiscale sui salari sia alto o basso rappresenta una questione relativa. Ma, stando a questi dati, l’affermazione diffusa a livello popolare che i redditi siano tassati ad un livello straordinariamente alto risulta falsa. A metà del 2013 l’Alleanza Nazionale per lo Sviluppo Economico Locale, NALED, l’associazione non governativa locale che riunisce imprese e governi locali con l’obiettivo di lavorare al miglioramento del clima imprenditoriale in Serbia, ha condotto uno studio, “Il Sistema di tassazione del lavoro e possibili riforme”, confrontando il livello di tassazione del lavoro in tutta Europa. Data la difficoltà nell’operare un confronto tra i livelli di tassazione del lavoro in tutto il mondo, i confronti internazionali utilizzano il concetto di “cuneo fiscale” sul lavoro. Più semplicemente, il cuneo fiscale rappresenta la quota di imposte e contributi sociali sul costo totale [stipendio lordo] per lavoratore. Nel caso di uno stipendio medio in Serbia, il cuneo fiscale ammonta al 39%. L’analisi elaborata da NALED dimostra che, lungi dall’essere anormalmente elevato, il livello di tassazione dei salari calcolato su uno stipendio medio in Serbia risulta leggermente inferiore alla media UE.
Nei 15 Stati dell’Europa occidentale da tempo membri dell’UE, il cuneo fiscale mediamente si attesta intorno al 41,9%. Nei 10 paesi dell’Europa orientale che hanno aderito all’UE tra il 2004 e il 2007 [Bulgaria, Repubblica ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia], il cuneo fiscale risulta pari al 41,3%. La tassazione più bassa è stata riscontrata in Irlanda e Regno Unito, dove il cuneo fiscale si attesta rispettivamente al 25,9% e al 32,3%. Al contrario, risulta più alta in Belgio (56%), mentre in Francia e in Germania, economie chiave dell’Europa, il cuneo fiscale è rispettivamente al 50,2% e al 49,8%. Confrontando i dati dei paesi dell’UE confinanti con la Serbia, l’Ungheria è caratterizzata da un cuneo fiscale molto più elevato – 49,4% – mentre in Bulgaria la quota è al 33,6%.
Uno studio con risultati simili è stato commissionato dal Business Enabling Project USAID, BEP, e prodotto dal Centro di Belgrado per gli studi liberal-democratici nel 2012. Curiosamente, nonostante tali risultati, l’idea che la tassazione del lavoro in Serbia sia straordinariamente elevata persiste. Che l’onere fiscale sui salari non sia superiore alla media europea non implica ovviamente che non si possa ulteriormente ridurre. Infatti, entrambi gli studi forniscono interessanti spunti per la riforma del sistema esistente.
Ciò che distingue la Serbia, così come altri paesi dell’Europa orientale, dai paesi dell’Europa occidentale, è il basso livello di progressività nella tassazione del lavoro. Mentre nei vecchi Stati membri dell’UE i salari più alti sono in genere tassati ad un tasso superiore, in Serbia e in gran parte dell’Europa orientale, il tasso varia di poco all’aumentare dell’importo degli stipendi. L’introduzione di un sistema fiscale progressivo e un allegerimento della pressione fiscale sui salari più bassi potrebbero, allo stesso tempo, aumentare la competitività dei lavoratori con basso reddito e contribuire a ridurre il persistente alto tasso di disoccupazione.
(BalkanInsight, 27.10.2016)
http://www.balkaninsight.com/en/article/serbia-s-huge-tax-burden-is-a-myth-10-21-2016
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