Una visita di Stato congiunta di due ministri è un evento che non si registra ogni anno negli annali della diplomazia. Come hanno sottolineato più volte nella conferenza stampa tenuta stamane all’Ambasciata d’Italia il vice primo ministro e ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani e il ministro della Difesa Guido Crosetto, questo evento non usuale vuole segnare un cambio di passo nel rapporto e nella capacità di iniziativa dell’Italia verso i paesi dei Balcani occidentali, una scelta geopolitica chiara da cui partirà un nuovo protagonismo dell’Italia nell’area.
Tajani ha rimarcato come l’approccio italiano non vuole sovrapporsi a quello della Ue nella ricerca di soluzioni alle costanti tensioni tra Serbia e Kosovo, ma intende aprire un capitolo nuovo di intervento di Roma nella regione, moltiplicando le occasioni di incontro, interscambio e comprensione reciproca a tutti i livelli tra tutti i paesi dell’area, non solamente nei confronti di Serbia e Kosovo. “L’impegno dell’Italia per la stabilità dei Balcani non è casuale e non è estemporaneo. Organizzeremo un business forum con la Serbia al fine di rafforzare la presenza italiana e i rapporti di interscambio tra i due paesi. I dossier di collaborazione sono molteplici: dalle nuove tecnologie all’energia, dalla difesa all’integrazione europea del paese, dalla collaborazione nel controllo dei flussi dei migranti lungo la rotta balcanica fino agli scambi di ordine culturale e sociale“.
Il ministro della Difesa Crosetto si è detto positivamente colpito dalla disponibilità mostrata dal presidente serbo Aleksandar Vucic nella ricerca di una soluzione per la crisi delle targhe automobilistiche nel Nord Kosovo: “L’attitudine di Vucic è andata oltre le mie migliori attese e sono rimasto colpito molto positivamente. Non a caso lo stesso Alto Rappresentante della Ue Josef Borrell aveva avuto ieri parole di apprezzamento per le aperture dimostrate da Vucic. La nostra visita odierna rimarca la volontà del nuovo governo di presenziare con forza nei Balcani dando un contributo attivo a stabilizzare quest’area d’Europa come anche il nord Africa e il Mediteranneo in generale. Non dimentichiamo che dal 1999 l’azione dei Carabinieri in Kosovo viene costantemente apprezzata tanto dai serbi che dai kosovari e questo modello di dialogo e di rispetto degli impegni vogliamo diffonderlo e rafforzarlo“. A una specifica domanda, Crosetto ha detto che non vede similitudini tra la crisi in Kosovo e la situazione in Donbass che ha portato alla guerra tra Russia e Ucraina: “Si tratta di situazioni diverse che richiedono approcci diversi, la Serbia segue una sua agenda e cerca di farlo in maniera autonoma, anche da Mosca”.
Dopo l’incontro con il presidente della Repubblica di Serbia Vucic, il programma dei ministri italiani prevede gli incontri con i loro omologhi serbi, il ministro degli Esteri Ivica Dacic e il ministro della Difesa Milos Vucevic, come anche con il primo ministro Ana Brnabic, prima di partire alla volta di Pristina. “Ribadiremo ai vertici kosovari che azioni unilaterali non servono e non sono accettabili dall’Italia. Non sta al nostro paese presentare proposte di accordo tra le parti ma l’Italia ora c’è ed evidenzieremo il grande impegno del nostro paese“, ha ricordato il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
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