Lo scandalo politico scatenato dalla decisione della giuria dello Sterijino Pozorje di non concedere alcun premio nel corso del più prestigioso festival teatrale della Serbia, rappresenta un danno per tutti.
Sterijino Pozorje, o Teatro di Sterija, è il più importante festival teatrale dell’ex Jugoslavia. Fondato nel 1956 come rassegna annuale delle migliori performance teatrali, è sopravvissuto alle guerre balcaniche degli anni ’90 e al crollo dell’ex Jugoslavia. Mentre il festival ha attraversato diverse trasformazioni, la sua importanza e rilevanza non sono mai diminuite.
Al termine di ogni festival, la giuria di Sterijino Pozorje seleziona le produzioni della stagione precedente e assegna 11 premi alla miglior performance, testo contemporaneo, regista, set design, costume design, musica scenica, prestazioni di spettacolo (quattro premi). I premi dello Sterijino Pozorje hanno lanciato carriere di alto profilo per nuovi talenti serbi che lavorano nelle arti teatrali e ci si aspettava che fosse lo stesso per il festival di quest’anno, tenutosi a Novi Sad, nella Serbia settentrionale dal 23 maggio al 3 giugno.
Quindi, la decisione della giuria di concludere il festival 2017 senza premi per nessuna delle categorie, evento eccezionale nella storia dello Sterijino Pozorje, ha lasciato interdetti i più. Mentre il festival ha spesso alimentato controversie all’interno del mondo teatrale, la decisione della giuria di dare tutti i premi a tutti i partecipanti e al pubblico – piuttosto che scegliere il meglio per ogni categoria – ha provocato un’ondata di critiche nella società nel suo complesso. Giorni prima che la giuria si riunisse, erano circolate sui social media indiscrezioni secondo cui il regista Kokan Mladenovic sarebbe stato sicuramente vincitore del premio. La performance da lui diretta, “Il Ponte sulla Drina”, ha ricevuto un forte sostegno dal pubblico.
Che Mladenovic godesse di un sostegno così forte da parte del pubblico non dovrebbe sorprendere. Negli ultimi anni, Mladenovic è stato fortemente politicamente impegnato, soprattutto come “anti-globalista”. Le sue critiche “anti-regime” al governo del Presidente Aleksandar Vucic hanno contribuito ad incrementare la sua popolarità, ma hanno fallito nel creare un serio dibattito. Criticare il regime serbo non è colpa. È semplicemente che le autorità – soprattutto Vucic – meritano critiche gravi, ben articolate e argomentate, anziché slogan populisti in forma di performance teatrale. Alcune voci hanno cominciato a circolare sulle reti social, in particolare dall’account di Bojan Pajtic, ex primo ministro della Vojvodina, secondo cui Mladenovic non avrebbe ottenuto il premio per ragioni politiche.
La giuria ha poi fornito una spiegazione poco chiara che sembrava giustificare la propria decisione, sulla base della constatazione che i tempi sono difficili in questo momento. È impossibile evitare di chiedersi se la decisione della giuria li abbia agevolati nell’evitare di dover rifiutare apertamente di concedere il premio a Mladenovic. Ma mentre Mladenovic è rimasto a bocca asciutta, lo stesso destino è stato riservato anche ad altri artisti emergenti, probabilmente anche più meritevoli.
Viene in mente, ad esempio, il drammaturgo Vuk Boskovic, che ha debuttato al festival con il suo “New Age”, eccellente performance e lavoro letterario che realizza, allo stesso tempo, una chiara, analitica e ben articolata critica della società. Non concede alcun favore a nessuna parte, non esclude la critica ed evita semplicemente di puntare il dito contro Vucic. Al contrario, offre una spiegazione ben definita del modo in cui Vucic “ci è capitato”.
Sono anche rimasto perplesso dalla decisione di premiare il pubblico, nel momento in cui non lo sono gli artisti. Il pubblico di Sterijino Pozorje negli ultimi anni ha solitamente sostenuto opere conservatrici, spesso caratterizzate da toni nazionalistici. E mentre almeno una dozzina di altri artisti sono stati esclusi dal riconoscimento, Mladenovic – intenzionalmente o no – è riuscito a trasformare questa storia in una narrazione su di sé e sulla cosiddetta persecuzione politica. La sua opera, estremamente mediocre e poco articolata, è stata così dichiarata vincitrice non ufficiale grazie al gesto della giuria.
Mladenovic non sta facendo un buon teatro. I suoi pensieri sono articolati male e in questo momento sono poco più che uno sgraziato urlo nei confronti del governo.
Miki Manojlovic, presidente della giuria, preso di mira dall’ondata di sdegno sui social network a seguito della decisione, ha guidato una giuria che non è stata abbastanza radicale per rifiutare semplicemente di premiare Mladenovic e schierarsi contro il charlatanismo nelle arti. Nell’arte, non basta essere semplicemente contro qualcuno, non importa quanto odiato sia quel rappresentante delle autorità. Tutti coloro i quali per anni e anni hanno tentato di produrre un teatro di alta qualità e allo stesso tempo sono stati pronti a criticare coraggiosamente qualsiasi governo, compreso quello di Vucic, sono stati danneggiati da questa debacle. Infatti, solo una persona è riuscita a venire fuori da questo indenne. E si tratta, naturalmente, di Vucic. Con artisti “di opposizione” come questi, Vucic potrà certamente dormire sempre sonni tranquilli.
(Biljana Srbljanovic, Balkan Insight, 09.06.2017)
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