Oggi ricorrono in Serbia 22 anni dalle grandi manifestazioni di Belgrado, che hanno posto fine al governo di Slobodan Milošević il 5 ottobre 2000. Le manifestazioni a Belgrado scoppiarono dopo che Milošević si rifiutò di riconoscere i risultati delle elezioni per la presidenza dell’allora Repubblica Federale (FR) di Jugoslavia.
Nelle elezioni del 24 settembre 2000, Milošević perse contro il candidato del DOS e leader del Partito Democratico della Serbia (DSS), Vojislav Koštunica. I manifestanti arrivarono sul piazzale davanti all’allora Assemblea Federale, oggi Assemblea Nazionale della Serbia, da tutta la Serbia in convogli lunghi decine di chilometri di automobili, autobus e camion, sfondando i posti di blocco della polizia con i bulldozer. Già al mattino la polizia usò gas lacrimogeni per impedire ai manifestanti di entrare nell’Assemblea, ma l’edificio dell’Assemblea federale fu preso d’assalto e parzialmente dato alle fiamme, così come l’edificio della televisione “RTS” in via Takovska. La polizia smise presto di resistere e per lo più si unì ai cittadini.
Nelle ore serali del 5 ottobre 2000, il nuovo Presidente Vojislav Koštunica, si rivolse ai cittadini dalla terrazza dell’Assemblea di Belgrado e il giorno successivo, il 6 ottobre, Milošević ammise la sua sconfitta elettorale e si congratulò con lui. Nelle manifestazioni fu uccisa Jasmina Jovanović di Miloševac vicino a Velika Plana, caduta sotto le ruote di un camion, e 65 persone rimasero ferite. Vojislav Koštunica, eletto presidente della FR di Jugoslavia come candidato del DOS, si ritirò dalla politica e il primo ministro Zoran Đinđić fu assassinato il 12 marzo 2003, davanti al palazzo del governo serbo. Slobodan Milošević morì nel 2006 nell’unità di custodia del Tribunale dell’Aia.
This post is also available in: English