Più della metà dei serbi, ovvero il 53%, teme che possa scoppiare una guerra in Kosovo, mentre il 31% non teme questo scenario. Il 16% non ha un’opinione in merito.
Questi sono i risultati di un sondaggio condotto dall’Agenzia Stata dal 7 al 10 ottobre su un campione di 1.546 intervistati.
Jovanka Vukmirović, ricercatrice capo di Stata, ha dichiarato che il 42% degli intervistati segue gli eventi in Kosovo, il 44% li segue parzialmente e il 14% non li segue affatto. Il 29% degli intervistati ritiene che le autorità serbe sapessero in anticipo dell’attacco di Banjska, il 40% pensa che probabilmente ne fossero a conoscenza, il 29 che non ne fossero a conoscenza e il 2% non ha un’opinione.
Il 44% dei partecipanti al sondaggio crede che la Serbia riconquisterà il Kosovo quando la situazione geopolitica del mondo cambierà, il 40% pensa che sia una causa persa, il 15% pensa che possa tornare serbo abbastanza presto e l’1% non ha un’opinione sulla questione.
Più della metà degli intervistati, il 56%, è preoccupato dalle minacce di sanzioni e dall’introduzione di visti per i cittadini serbi, mentre il 31% non è preoccupato. Il 13% non ha un’opinione in merito.
Alla domanda se hanno fiducia che il Governo e il Presidente della Serbia, Aleksandar Vučić, possano preservare la sicurezza, la pace e la stabilità nel Paese nel prossimo periodo, il 46% degli intervistati ha risposto negativamente, l’1% in più rispetto a luglio.
Il 74% dei partecipanti al sondaggio ha indicato l’aumento dei prezzi come il problema principale della Serbia, contro il 5% del sondaggio del 2011.
Il 60% degli intervistati ha citato la criminalità e la corruzione come il problema principale del Paese, rispetto al 17% del sondaggio del 2011. La violenza è citata come il problema principale oggi dalla metà degli intervistati, mentre nel 2011 solo il 5% la citava.
Per quanto riguarda la valutazione delle istituzioni, gli intervistati hanno giudicato la Chiesa la migliore (41%), in calo rispetto al 2011, quando il 52% degli intervistati l’aveva giudicata positivamente, seguita dall’esercito e dal presidente, che hanno ottenuto rispettivamente il 35 e il 30% (nel 2011, il presidente era stato giudicato positivamente solo dal 20% degli intervistati).
(021.rs, 15.10.2023)
This post is also available in: English