Le riunioni comuni dei Governi dei Paesi della ex Jugoslavia si tengono sempre più frequentemente, e il portale di Deutsche Welle scrive che potrebbero divenire la spina dorsale dello sviluppo dei Balcani occidentali.
Le riunioni del Governo serbo e di quello della Republika Srpska fino a un paio di mesi fa erano l’unico forum regionale, ma per iniziativa di Belgrado incontri comuni potrebbero divenire una forma abituale di collaborazione bilaterale con tutte gli Stati ex-YU, sostiene il sito della compagnia di informazione tedesca. La prima ad aver tenuto una riunione con la Serbia è stata la Macedonia, i cui Ministri hanno visitato Belgrado a inizio giugno, ed è già stato concordato il prossimo incontro a Skoplje. Dusan Janjic, direttore del Forum per le relazioni etniche di Belgrado, dice che i motivi di interesse dei Paesi della ex Repubblica socialista per una maggiore collaborazione sono grandi, e tra questi vi sono la UE e la NATO. Il fattore economico è il più interessante, dice Janjic: “Quando si parla di ex Jugoslavia, Slovenia e Croazia provano a recuperare il ritardo, ma l’accento è su Albania, Kosovo, Macedonia, Serbia, Montenegro e Bosnia, perché questi sono l’elemento portante della sicurezza energetica. E’ qui la lotta per i Balcani occidentali”.
Il Premier serbo Ivica Dacic dopo il recente incontro tra il proprio Paese e la Macedonia ha indetto un’iniziativa affinché la regione si unisca attorno a interessi comuni, sul modello della Scandinavia e dei Paesi baltici. Anche gli analisti non scartano questa idea, ritenendola l’unica opportunità per i Paesi della ex-YU. L’economista di Zagabria Damir Novotni dice che in questo caso nessuno pensa alle vecchie istituzioni politiche, ma ad una totalmente nuova concezione di sviluppo sul modello de Paesi baltici: “L’obiettivo regionale è che l’integrazione si attui in campo economico, che si realizzino posti di lavoro e che questi Paesi si ritrovino nella UE. Questo è anche l’obiettivo dell’Unione Europea ed è per questo che tali riunioni iniziano a tenersi”.
“Tutti i Paesi della ex Federazione hanno finalmente compreso quanto sono dipendenti uno dall’altro e quanto sono piccoli in confronto agli altri Paesi e alle loro economie”, dice l’analista politica di Banja Luka, Tanja Topic, sostenendo che proprio per questo si lavora su mosse pragmatiche di questi Paesi: “Ogni patto generato da questa collaborazione non sarà una minaccia per la UE”. Dusan Janjic osserva che sta emergendo una Europa composta da più Federazioni e in questo i Paesi della ex-YU hanno un’opportunità: “I Paesi della ex Jugoslavia, senza la Slovenia e con l’Albania, si troveranno di sicuro in questa Federazione balcanica nel 2020. Cosa farà la Croazia, questo riguarda loro, ma penso che i loro interessi economici siano comunque rivolti nella sfera ex-YU”.
Deutsche Welle sostiene che sta evidentemente emergendo una nuova visione della collaborazione tra i Paesi della regione, che dovrebbe rafforzare i loro legami economici rendendoli un’entità unica. Se questa struttura economica, che in ogni caso non sarà slegata da istanze politiche, rimanderà alla ex Jugoslavia, diverrà più chiaro dopo la definizione delle modalità di collaborazione e dei progetti concreti di questi Paesi.
(B92.net, 16.07.2013)