di Elena Grammatica
Vladimir Gligorov, eminente economista e professore presso l`Istituto di Studi Economici Internazionali di Vienna, ha dichiarato che secondo la sua valutazione il settore corporate serbo è in bancarotta e che i rappresentanti del governo, dell`economia e della Banca Nazionale serbi non hanno idea di come far fronte a questo problema.
Alla conferenza dedicata alla fondazione della Camera delle piccole e medie imprese, Gligorov ha dichiarato che si è giunti a questa situazione a causa del grande numero di crediti inesigibili che porta le banche ad avere sempre meno interesse a finanziare qualunque impresa, e al contempo la richiesta di prestiti è estremamente bassa. „Questo è un problema cruciale sul quale il governo attuale, l`economia e la Banca Centrale non hanno nessuna idea. Non vedo nessuna proposta del governo futuro su questo tema“, ha dichiarato l`economista. Ha inoltre evidenziato che l`unico rimedio sarebbe di mettere in atto la procedura fallimentare delle aziende in crisi.
E aggiunge che il secondo grande problema che la Serbia si trova ad affrontare è la sostenibiltà fiscale, e anche per questo non sembrano esserci idee su eventuali soluzioni.
„Sarà difficile evitare una ristrutturazione delle obbligazioni dello Stato. Se si continua nella direzione di alzare le tasse e di diminuire la spesa pubblica, ed è già stato annunciato un taglio agli stipendi, si potrebbe avere un effetto negativo sull`attività economica, nel senso che potrà aumentare il peso del debito pubblico“, ha continuato Gligorov.
Stando alle sue parole, il problema principale di questo paese è la disoccupazione, visto che in Serbia solo un cittadino su due ha probabilità di trovare lavoro prima dei 30 anni. „Avere il 50% di possibilità di trovare lavoro prima dei 30 anni, non è né normale né sostenibile“, ha commentato Gligorov.
L`economista Miodrag Zec ritiene che la Serbia in questo momento non sappia da dove cominciare per risolvere i problemi chiave e afferma che il paese si trova nella prima fase della transizione, e, aggiunge ancora, il governo ha ammesso che alcuni problemi restano aperti.
Secondo Zec nel paese non esiste risposta alla domanda se la Serbia voglia essere uno stato liberale o socialista. „Vogliamo uno stato liberale quando paghiamo le tasse, e uno socialista quando dobbiamo curarci“, e ha constatato– „non sappiamo cosa vogliamo, e se siamo ancora a questo primo quesito vuol dire che non abbiamo alcun programma“. „Tutti dicono che vogliono una nuova legge sul lavoro. Ma quale? Anglosassone, scandinava, o mediterranea?“, ha commentato Zec e ha aggiunto che anche a questa domanda non sembra esserci risposta.
L`economista Ljubomir Madzar ha commentato che l`economia è in una situazione più che drammatica e che non ci si deve aspettare che un problema di questa portata si risolva nel giro di uno o due anni.
(Tanjug, 14.04.2014)