I leader del Partito radicale (SRS) e del movimento “Dosta je bilo” (DJB) nel Parlamento si presenteranno su posizioni diverse, però ugualmente estreme per il nuovo governo. Sembra che Aleksandar Vucic sicuramente dovrà contare su almeno due nuovi avversari in Parlamento.
Vojislav Seselj del SRS e Sasa Radulovic del DJB hanno superato la soglia di sbarramento e possono già iniziare a preparare le loro strategie per l’attività parlamentare. I programi di questi due partiti sono completamente opposti, però nello stesso tempo sono critici verso il nuovo governo. E’ chiaro che l’argomento principale di Seselj saranno le questioni nazionali, mentre quello di Radulovic saranno i temi economici.
Il movimento DJB ha ottenuto un grande successo con l’entrata nelle assemblee elettive della Vojvodina e dello Stato, ma anche nei consigli comunali di varie autorità locali, in particolare tenendo in riguardo che le loro attività erano svolte esclusivamente sui media sociali e nel contatto diretto con i cittadini (senza nessuna pubblicità in televisione).
“Riteniamo che l’integrazione europea sia importante, però è più importante del mettere in ordine il proprio paese. Non vogliamo giustificare il comportamento irresponsabile e corruzione con il processo dell’integrazione. In Serbia il Governo lo sta facendo già da 16 anni. Negli ultimi quattro anni il livello di libertà dei media si è abbassato, l’autorità esecutiva minaccia il lavoro delle istituzioni indipendenti, ogni sei mesi il governo stipula qualche contratto segreto, i giudici hanno paura di perdere il lavoro, e la Serbia viene continualmente lodata da parte dell’Unione europea. Questo non è normale”, ha detto il professore Dusan Pavlovic del movimento DJB.
Sasa Radulovic ha confermato che non collaborerà con il Partito del progresso serbo, perchè “Vucic rappresenta il centro della corruzione in Serbia e il simbolo delle manipulazioni elettorali, nonchè il simbolo dell’occupazione dei posti di responsabilità da parte di incapaci membri del partito e della distruzione delle istituzioni indipendenti”, ha detto il leader di DJB.
“Rimaniamo fedeli ai nostri principi di trasparenza nella spendita di soldi pubblici. Non collaboriamo nè facciamo coalizioni con quelli che non accettano questi principi. Il centro della nostra politica economica sarà l’economia nazionale e le piccole e medie imprese”, gli ha fatto eco il professor Palovic.
Vojislav Seselj ha annunciato che i radicali criticheranno la politica economica e sociale di Vucic, metteranno sotto scrutinio la dannosa politica proeuropea e le azioni del governo relative al Kosovo e NATO. “Abbiamo dominato sempre nelle discussioni, e quando ci negavano il nostro diritto abbiamo reagito in modo adeguato per mettere in allerta l’opinione pubblica”, ha detto il presidente del Partito radicale.
Molti hanno già valutato negativamente le conseguenze del ritorno della destra, in particolare dei radicali, in Parlamento.
Secondo Sonja Liht, direttrice del Fondo belgradese per l’eccellenza politica, il ritorno della destra non sarà un problema se gli altri deputati in Parlamento avranno degli argomenti chiari e parteciperano nei dibattiti. “Il parlamento ha opportunità di diventare una scuola di democrazia per l’intera società e la coalizione che ha la maggioranza dovrebbe partecipare attivamente”, ha detto la Liht.
Secondo Neven Cveticanin dell’Istituto delle scienze sociali questo parlamento sarà molto diverso rispetto agli precedenti, nonchè sarà più vivace e sarà più simile al parlamento all’inizio degli anni novanta e a quello del 2000.
La partecipazione del SRS e DJB costringerà i rappresentanti del governo di essere più presenti nel parlamento e di condurre i dibattiti.
Cosa si nasconde dietro il successo di Seselj e Radulovic
Quanto SRS e DJB sono attraenti per gli elettori per le loro politiche e i loro leader e quanti voti hanno ottenuto solo come protesta dei cittadni insoddisfatti dalle opposizioni esistenti?
“Per noi hanno votato i patrioti e i cittadini consapevoli della situazione disperata in cui si trova la Serbia. Molti giovani sono impazienti e vogliono che questi problemi si risolvano e non sono pronti ad aspettare e piangere il proprio destino”, ha detto Seselj.
Dall’altra parte Dusan Pavlovic di DJB non vede la differenza tra il votare per protesta e votare per una certa politica. “I cittadini hanno capito pian piano che il lavoro non trasparente degli organi statali e delle aziende pubbliche è la ragione principale per la loro cattiva qualità della vita”, ha detto Pavlovic.
(Politika, 28.04.2016.)