Servono nuove misure per le donne vittime di violenza

Dall’inizio dell’anno, 14 donne sono state uccise in famiglia, o dal partner, avverte il Centro autonomo femminile. Venerdì scorso un uomo, nonostante l’ordine restrittivo di avvicinamento, ha accoltellato l’ex moglie davanti a tutti in una stazione degli autobus a Pancevo, uccidendola.

Vedrana Lacmanovic, del Centro autonomo femminile, ha dichiarato a “RTS” che il problema è la valutazione del rischio e i professionisti che valutano i rischi, o non fanno una buona e accurata analisi, o non impongono valide e adeguate misure di prevenzione.

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Un altro problema, secondo lei, è la mancanza di dati che la legge prevede. Pertanto, afferma, in caso di emergenza, il dipendente del centro per i servizi sociali competente che risponderebbe a una chiamata di aiuto non sarebbe in grado di accedere al database.

Vedrana Lacmanović sostiene inoltre che i gruppi incaricati alla protezione delle donne, in alcuni comuni si incontrano regolarmente e in alcuni altri no.

Un altro problema è la creazione di un piano per la protezione e il supporto delle vittime di violenza, che esiste solo in un piccolo numero di casi.

Quando si tratta di misure per il divieto di avvicinamento alla persona offesa, la Lacmanovic sottolinea che si tratta di una misura preventiva che dovrebbe essere imposta nei casi di basso rischio.

Ma, dice, se c’è una storia di violenza, se esistono minacce alla vittima, se l’individuo è conosciuto come pericoloso, allora non si possono imporre solo restrizioni che egli non rispetterà, ma è necessario attuare misure dal codice penale.

http://www.rts.rs/page/stories/sr/story/125/drustvo/3591268/zabrana-prilaska-zrtvi–mera-samo-za-slucajeve-niskog-rizika.html 

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