Il nuovo governo sarà in grado di realizzare l’obiettivo di superare i tre miliardi di investimenti diretti esteri?
Il Presidente del Governo serbo Aleksandar Vucic, in occasione della presentazione delle sue linee programmatiche, aveva comunicato a questo proposito l’intenzione di avviare un piano capace di rendere, entro il 2020, la Serbia il paese in Europa con la crescita più veloce.
Per raggiungere questa meta, il suo governo cercherà di aumentare gli investimenti a livello annuale dall’attuale 18% ad almeno un terzo del prodotto interno lordo (PIL). Vucic ha adottato il calcolo elaborato dagli analisti economici in base al quale gli investimenti totali devono raggiungere il 25% del prodotto interno lordo, per portare la crescita economica al 5% e assicurare la sostenibilità dello sviluppo.
“I dati attuali dimostrano che il nostro ambiente per gli investimenti non è favorevole. Per un progresso economico sostenibile è necessario che il totale degli investimenti cresca del 10% più velocemente, fino a raggiungere il 25% del PIL. Sarebbe bene che la percentuale degli investimenti esteri e pubblici fosse pari al 5% del PIL, mentre quella degli investimenti privati al 10%. Sul breve termine gli investimenti privati locali dovrebbero crescere assieme a quelli diretti esteri”, afferma l’esperto di economia Milojko Arsic.
Sarebbe necessario quindi aumentare gli investimenti delle aziende pubbliche, nonché gli investimenti esteri nel breve periodo, ha aggiunto Arsic. Ma, in particolare, bisogna incentivare la crescita degli investimenti privati, così come quelli per lo sviluppo dovrebbero essere finanziati dai fondi locali.
Per mantenere le promesse, ha detto Vucic nella presentazione delle linee programmatiche del nuovo governo, è necessario continuare le riforme. In breve: completare le privatizzazioni, mettere ordine nelle imprese statali, portare entro fine mandato il deficit corrente allo 0,5% del Pil. Quest’anno si è fermata la crescita del debito pubblico (pari a 24,18 miliardi di euro a giugno) e inizierà a declinare. La serbia contribuirà alla stabilità della regione, a coltivare relazioni di amicizia in tutto il mondo e a velocizzare il percorso di avvic inamento all’Unione europea.
Lo scorso anno gli investimenti diretti esteri hanno raggiunto gli 1,8 miliardi di euro con un a un incremento sull’anno precedente del 45%, tuttavia si tratta ancora di 800 milioni di euro in meno rispetto al totale delle rimesse dall’estero degli emigrati. L’obiettivo è quello di arrivare a 3 miliardi all’anno di investimenti diretti esteri.
Secondo i dati del ministero dell’economia tra aprile 2014 e giugno 2016 sono stati siglati 33 contratti di incentivazione degli investimenti per un controvalore di 155,6 milioni di euro, equivalenti a 8.489 per nuovo posto di lavoro. Gli investitori metteranno 703.44 milioni di euro, di cui 513.2 milioni in beni capitali, e il costo del lavoro per i primi due anni sarà pari a 90.22 milioni. Questi investimenti consentiranno di aprire in totale 18,329 nuovi posti di lavoro in vari settori.
Nel bilancio statale per il 2016 sono stati stanziati 12,3 miliardi di dinari, che riguardano sia la copertura di precedenti impegni, sia i nuovi incentivi, sia il sostegno all’industria cinematografica. Dal ministero si evidenzia che il quadro regolatorio oggi consente un maggior controllo rispetto agli abusi e che la normativa rispetta i principi europei in merito agli aiuti di Stato. Secondo le nuove normative, se un imprenditore con una piccola o media impresa riceve una sovvenzione per l’apertura di un nuovo posto di lavoro, quest’ultimo dovrà esistere per almeno tre anni, mentre nelle grandi imprese questo termine si estende a cinque anni. Se l’imprenditore non rispetta gli accordi dovrà restituire le somme incassate precedentemente oltre ai relativi interessi. E’ possibile comunque modificare il contratto, con gli incentivi che verranno ricalibrati sul nuovo numero di posti di lavoro e sulla dimensione degli investimenti. Se nel frattempo fosse stata incassata l’intera somma degli incentivi precedentemente determinata, l’azianda è tenuta a restituire la somma in eccesso. Se il numero dei dipendenti viene ridotto al di sotto del limite minimo concordato, il contratto di sovvenzione si annulla.
(Tanjug, 25.08.2016, http://www.politika.rs/scc/clanak/362110/Nema-boljeg-zivota-bez-vise-ulaganja)