Secondo il Consiglio per la lotta alla corruzione la legge sugli espropri va a danno dei cittadini

Il Consiglio per la lotta alla corruzione ha valutato che le modifiche alla legge sull’espropriazione violano i diritti umani fondamentali previsti dalla Costituzione serba, nonché la sicurezza giuridica dei cittadini. Si afferma che le disposizioni non sono estensive, ma “invadono essenzialmente i diritti umani fondamentali dei cittadini della Repubblica di Serbia, come il diritto al godimento pacifico dei diritti di proprietà e la loro sicurezza giuridica da un lato e la possibilità di corruzione sistemica su larga scala dall’altro”.

Il Consiglio afferma che non c’è stato nessun dibattito pubblico che potrebbe fornire risposte a domande su un’ampia base scientifica e giuridica, e che non è affatto necessario modificare la legge esistente, il cui interesse è la negazione e messa in pericolo dei diritti umani come si vede dagli emendamenti proposti.

Si segnala che le modifiche proposte sono state apportate rapidamente e a danno dei cittadini della Repubblica di Serbia e violano i loro diritti umani fondamentali, senza tener conto della vera Costituzione che pregiudicherebbe la sicurezza giuridica dei cittadini della Repubblica di Serbia.

Come primo problema, il Consiglio segnala l’articolo 1, secondo il quale “l’urgenza della procedura di espropriazione diventa la regola, e non l’eccezione, senza indicare i fatti e le ragioni di diritto che giustificherebbero tale urgenza”. Il problema successivo è che i terreni dichiarati di importanza pubblica possono essere confiscati a un proprietario dopo tre-sei anni, cosa che rappresenta una “violazione del diritto al godimento pacifico dei beni e degli altri diritti di proprietà garantiti dalla Costituzione della Repubblica di Serbia”.

Il Consiglio sottolinea inoltre che con la nuova legge il governo potrebbe decidere arbitrariamente cosa è di importanza pubblica, e quindi ogni entità commerciale straniera che ha firmato un accordo interstatale con la Serbia potrebbe essere beneficiaria dell’espropriazione. Il nuovo emendamento alla legge amplia la definizione di esproprio perché “dopo le parole costruzione di edifici, aggiungono le parole ricostruzione e adeguamento di edifici, che è in diretta contraddizione con la definizione dell’istituto giuridico dell’esproprio, che implica l’espropriazione di beni immobili per interesse pubblico per una costruzione e non per modifiche o adattamenti”.

Quando si tratta dei termini previsti dalle proposte di modifica della legge sugli espropri, una delle disposizioni relative ai termini prescritti non è “il termine di cinque giorni lavorativi, ma solo un termine di cinque giorni, cosa iniqua in quanto obbliga i proprietari immobiliari a breve termine a dichiarare i loro diritti esistenziali e i diritti relativi alla loro proprietà”. Il problema successivo è determinare il valore dell’oggetto dell’espropriazione, indipendentemente dal fatto che lo stesso sia già stato registrato o che il processo sia in corso.

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