Secondo i media tedeschi è improbabile che Belgrado imponga sanzioni a Mosca

Mosca starebbe attivamente aumentando le tensioni nei Balcani occidentali e il governo tedesco vorrebbe opporvisi con più vigore. Secondo la stampa tedesca, la Serbia ha un ruolo chiave nella regione.

Nel quotidiano di Monaco “Süddeutsche Zeitung”, gli autori Paul-Anton Kruger e Tobias Zick si occupano dell’aumento dell’attività in politica estera della Germania nei Balcani. Il fulcro di tale attività, afferma l’articolo, è la Serbia. Nella nota introduttiva, gli autori scrivono che l’invasione russa dell’Ucraina ha riportato la regione dei Balcani occidentali al centro della politica estera tedesca, e che il fulcro della diplomazia si trova in Serbia, che, “per la sua vicinanza a Mosca, ha una ruolo chiave”.

Gli autori ricordano altresì che Bosnia Erzegovina, Kosovo e Serbia non possono lamentarsi della mancanza di politici di alto rango in visita nei loro Paesi, dato che la Ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock è andata nei tre Paesi a marzo, la Ministra della Difesa Christine Lambrecht ne è appena tornata, mentre il Cancelliere Olaf Scholz ha annunciato una sua prossima visita.

Durante la recente visita del Presidente serbo Aleksandar Vučić a Berlino, il Cancelliere tedesco Scholz ha esplicitamente sottolineato la prospettiva europea dei Paesi dei Balcani occidentali. “La Serbia ha un ruolo chiave in questo, non solo perché è il Paese più grande ed economicamente più forte con 8 milioni di abitanti, ma anche perché il neoeletto Vučić ha perseguito l’obiettivo dell’adesione del suo Paese all’Unione Europea, e contemporaneamente ha sempre nutrito il suo rapporto con il leader russo Vladimir Putin”.

La “Süddeutsche Zeitung” afferma quindi che la percentuale di sostenitori dell’adesione all’Unione europea in Serbia è ai minimi storici, sebbene i tabloid del Paese stiano assumendo un atteggiamento alquanto critico nei confronti di Mosca. Il testo stima inoltre che sia improbabile che Belgrado imponga sanzioni a Mosca come richiesto da Berlino, nonostante la Serbia abbia aderito alla risoluzione delle Nazioni Unite che condannava l’invasione russa dell’Ucraina.

“Per la Serbia si tratta di un delicato equilibrio: il Paese dipende essenzialmente dal gas russo, e ha l’appoggio internazionale più importante sulla questione del Kosovo”, concludono gli autori del testo del quotidiano di Monaco.

L’inserto tedesco “BildPlus”, porta un articolo intitolato “Putin sta aprendo delle vecchie ferite nei Balcani?”, firmato da Zan Blagojevic. L’autore ricorda che le ferite degli anni ’90 non sono ancora rimarginate e che la guerra in Ucraina le sta riaprendo. Dopo aver elencato dei fatti noti, l’analista si rivolge alla Serbia: “In linea di principio, serbi e russi sono alleati, sia come nazioni che come Stati. Importanti politici parlano ancora di “popoli fraterni”. Questa connessione ha una lunga storia (risalente al 19° secolo) ed è intrisa di tradizioni slave e ortodosse”.

L’autore poi afferma: “Politicamente, la Serbia e la Russia oggi sono almeno in parte un tutt’uno. Il segnale chiaro è il ‘Centro umanitario di Nis’ che gli analisti occidentali vedono come una base militare attraverso la quale la Russia può espandere la sua influenza nella regione. Il testo presenta dei fatti noti, che l’esercito serbo si sta addestrando con unità dell’Alleanza Nord Atlantico, che i tabloid, che prima non erano critici nei confronti della Russia, hanno cambiato rotta a causa della dichiarazione di Putin sul Kosovo: “Così, il tiranno del Cremlino vede il Kosovo come indipendente”, conclude l’autore.

L’autore dell’articolo afferma poi che gli Stati Uniti conducono da tanto la politica dei Balcani occidentali e che Berlino sta cercando ora di continuarla. Il cancelliere tedesco Scholz ha affermato che tutti i paesi dei Balcani occidentali hanno un posto nell’UE, ma che ciò richiede anche riforme nella sfera della libertà dei media, repressione della corruzione e giustizia. “Le relazioni economiche sono buone, ad esempio la Germania impiega oltre 75.000 lavoratori in Serbia in oltre 400 aziende”.

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