Durante il 2021, il Ministero che si occupa della cura della famiglia e della demografia ha distribuito un totale di 658 milioni di dinari nei vari concorsi. La maggior parte del denaro è stata data a organizzazioni sconosciute all’opinione pubblica, le stesse che avevano vinto un concorso simile nel 2014, sospeso poi a causa di abusi d’ufficio.
Il sobborgo Belgrado di Jakovo conta circa 6.000 abitanti, e qui almeno cinque organizzazioni non governative solo quest’anno hanno ricevuto quasi 130 milioni di dinari, ovvero oltre un milione di euro, dai vari concorsi. Secondo il database di “BIRN” quest’anno sono stati assegnati un totale di 658 milioni di dinari nei concorsi indetti dal Ministero per la cura della famiglia: 107 organizzazioni hanno ricevuto il denaro, ma l’analisi di “BIRN” mostra che la maggior parte del denaro è andata a 18 organizzazioni che hanno ricevuto l’importo massimo di oltre nove milioni di dinari per tre volte ciascuna. Le stesse 18 organizzazioni hanno ricevuto 450 milioni di dinari, circa il 70% del denaro totale stanziato, le altre 89 organizzazioni circa 200 milioni.
Le 18 organizzazioni avevano partecipato al concorso dal 2014, condotto dal Ministero del lavoro e degli affari sociali, che era stato poi sospeso a causa di abusi d’ufficio. Tra queste 18 organizzazioni, due si trovano alla periferia di Jakovo, una di fronte all’altra. Quest’anno, insieme hanno ricevuto 59 milioni di dinari. Dall’altra parte della strada, è registrata un’altra associazione di cittadini di Biljana Čakovan che quest’anno ha ricevuto un totale di 29,5 milioni per progetti di prevenzione sulla violenza domestica. Anche il marito di Biljana, Slobodan Čakovan, in qualità di rappresentante di un’associazione di Nuova Belgrado, ha ricevuto 25,3 milioni di dinari per un progetto a sostegno di giovani e donne. Un totale di oltre 84 milioni di dinari. Oltre a Biljana Čakovan, anche Tatjana Borojević, rappresentante dell’Associazione “Panacea”, ha ricevuto 29 milioni di dinari, mentre l’associazione guidata dalla sorella, Biljana Ratkovic, ha ricevuto 26,1 milioni di dinari. Nella stretta cerchia familiare, un totale quindi di 55 milioni di dinari.
Nel 2014, l’Associazione “Panacea”, era stata al centro di una vicenda su presunti abusi al concorso indetto dal Ministero del lavoro e degli affari sociali all’epoca guidato da Aleksandar Vulin, concorso poi annullato. Nel 2014 il Ministero del Lavoro aveva distribuito 226 milioni di dinari in vari concorsi. Sette anni dopo, il Ministero che si occupa della cura della famiglia e la demografia ha donato tre volte di più, un totale di 658 milioni; la maggior parte del denaro è stata data agli stessi protagonisti del 2014.
Nel corso del 2021, in quattro concorsi, tre dei quali a tempo indeterminato condotti dal Ministero per la cura della famiglia, hanno ricevuto denaro un totale di 107 organizzazioni, per un totale di 658 milioni di dinari. L’analisi mostra che di queste 107 organizzazioni, le 18 contestate hanno ricevuto denaro fino a tre volte di più.
“Il punto è che un piccolo numero di organizzazioni che fanno qualcosa ha ricevuto una percentuale insignificante di fondi, e altre di cui nessuno ha mai sentito parlare il resto del denaro”, ha detto Nadezda Sataric di “Amity”, la più importante associazione serba di politiche sociali.
“Amity” aveva chiesto 2,5 milioni di dinari e he ha ricevuti 600.000, per un progetto di una struttura adatta a persone con demenza. “Ci sono 20.000 persone a Belgrado che hanno bisogno di assistenza diurna. L’idea era che le persone con demenza fossero assistite sette giorni su sette, mentre questi soldi bastano per un solo giorno. Abbiamo deciso di fare volontariato”, afferma Nadežda Sataric.
La stessa aggiunge che dopo il concorso ha inviato un’obiezione ufficiale e una richiesta per ottenere informazioni sui progetti che hanno ricevuto denaro ma è stata respinta perché sono scaduti i termini per l’impugnazione.
L’analisi mostra che su 30 organizzazioni che hanno ricevuto in media oltre 10 milioni di dinari, 24 sono registrate sul territorio di Belgrado. 25 su 30 di loro non hanno una presentazione internet o un sito ufficiale, 26 non hanno una pagina su Facebook e 27 non hanno un profilo Instagram. La legge sulle associazioni obbliga le organizzazioni che ricevono fondi di bilancio a mettere a disposizione una volta all’anno una relazione sul proprio operato e sulle finalità e modalità di acquisizione e utilizzo dei fondi. La domanda è come se non hanno un sito. La loro invisibilità su Internet mette in discussione anche la possibilità di essere raggiunte da donne che subiscono violenza domestica o gruppi socialmente vulnerabili.
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