Berlino: “Abbiamo fatto concessioni ai serbi e adesso sono arrabbiati”. Marko Djuric: “La Germania ci chiede di riconoscere de facto il Kosovo”.
Dopo un periodo in cui la Serbia ha manifestato fiducia verso “gli amici tedeschi” e Berlino manifestava apprezzamento e riconoscimento della “volontà di trovare un compromesso nel dialogo con il Kosovo, oggi Serbia e Germania sono radicalmente distanti per quanto riguarda la strada verso l’integrazione europea, con la Serbia che considera quanto richiesto come nuove condizioni e la Germania solo principi su cui la Serbia aveva da tempo concordato.
Questa situazione è emersa dopo un incontro informale tra il primo ministro della Serbia Aleksandar Vucic, il primo ministro kosovaro Isa Mustafa e l’alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea Federica Mogherini, quando il lato serbo ha affermato che la Germania aveva posto nuove condizioni alla piattaforma negoziale sul capitolo 35 in base alle quali si chiedeva a Belgrado di riconoscere l’indipendenza del Kosovo. A Brussels la delegazione serba attende di vedersi sottoporre un documento uguale o anche peggiore di quello che Vucic ha definito “terribile, da restare senza parole”.
L’ambasciatore tedesco a belgrado Axel Dittmann si è affrettato a dichiarare che non vi sono nuove condizioni e che ils uo paese non pretende il riconoscimento del Kosovo per dare il via libera ai negoziati di adesione della Serbia all’Ue. Dittmann ha ricordatoc he il quadro negoziale relativo al Capitolo 35 prevede dei passi intermedii di implementazione del dialogo tra Pristina e Belgrado che sono del tutto in linea con i precedenti documenti dell’Unione e gli accordi con la Serbia. “Nel quadro negoziale p stato stabilito che al termine dei negoziati di adesione vi sarà un accordo legalmente vincolante tra Serbia e Kosovo in merito alla completa normalizzazione delle loro relazioni. Altre condizioni non sono state poste nè dalla Germania nè dall’Unione europea”, ha dichiarato Dittmann.
Il lato serbo non la vede così e il ministro degli interni Nebojsa Stefanovic ha dichiarato che si tratta di pressioni e condizioni pesanti per la Serbia e ha ricordatoc e il paese può contare su buoni alleati. Ivan Mrkic, consigliere diplomatico del Presidente della Repubblica, ha ricordato che Tomislav Nikolic aveva già evidenziato questo rischio nel dicembre scorso dopo i colloqui con il Commissario all’allargamento Johannes Hahn ma che le sue posizioni sono state criticate e considerate allarmistiche. “Tutti affermano pubblicamente che l’Unione europea non richiede alla Serbia il riconoscimento del Kosovo ed è vero. Io ho solo detto: “lo richiederà”. Per l’adesione all’Ue verrà richiesto. Così ho sentito e così ho ripetutoSi p trattato di un dialogo ufficiale e Hahn non ha mai smentito questo punto”, ha sottolineato il Presidente Nikolic, che per questa frase entrò in esplicito conflitto con l’allora ambasciatore tedesco, il quale negava che Hahn avesse fatto queste affermazioni e evidenziava che alla Serbia si chiedeva solo la “normalizzazione” delle relazioni con il Kosovo che negli standard internazionali vi sono molte modalità per intendere questo.
I diplomatici serbi sono anche stati estremamente ottimisti ad agosto quando hanno siglato quattro accordi con il Kosovo, che sembravano aprire la strada al processo di adesione.
Parole di incoraggiamento sono arrivate ieri anche dal Primo Ministro italiano Matteo Renzi il quale ha detto che l’Europa deve aprirsi ai Balcani )Albania, Serbia, Montenegro) come anche alla Turchia: “Il centro dell’Europa è la sua periferia, il cuore d’Europa sono i suoi confini, la mappa dell’Europa ha più valore dei suoi confini”.
(Politika, 15.10.2015)