KRIK, la Rete per le indagini sulla criminalità e la corruzione, ha pubblicato lunedì un’intervista a Marija Mali, ex-moglie del sindaco di Belgrado. Secondo quanto emerge dall’intervista, il sindaco, Sinisa Mali, avrebbe ammesso di essere responsabile per le demolizioni effettuate nel quartiere Savamala da uomini mascherati nell’aprile dello scorso anno.
Marija Mali ha quindi riferito a KRIK che l’ex-marito le avrebbe confessato di aver organizzato le demolizioni in modo da eliminare gli ostacoli alla realizzazione del progetto di sviluppo Belgrado sull’acqua (Belgrado Waterfront), sostenuto dal governo.
“Ho avuto un problema, alcune [persone] non volevano andarsene. Ho organizzato un’operazione di pulizia. La gente ha fatto irruzione nel mezzo della notte, fracassato qualcosa… Ho organizzato io”: queste le parole che avrebbe pronunciato Mali, secondo la ricostruzione dell’ex moglie, la quale però non ha fornito alcuna prova di supporto alle sue accuse.
Ha anche ipotizzato che ci si aspettava che le demolizioni cadessero nell’indifferenza generale e non che avrebbero causato molto clamore, in quanto successive alla notte delle elezioni generali.
L’ufficio del sindaco non ha risposto alla richiesta di BIRN di rilasciare un commento al momento della pubblicazione.
Anche il Premier serbo Aleksandar Vucic ha rifiutato di commentare le affermazioni di Marija Mali, ma ha dichiarato, nel corso di una conferenza stampa, che risponderà presto alle domande in merito.
“Domani avrete una risposta lunga e approfondita… Sarete sorpresi dalla mia risposta”, ha affermato Vucic.
La notte tra il 24 e il 25 aprile dello scorso anno, un paio di dozzine di uomini mascherati hanno bloccato Hercegovacka Street a Belgrado, sequestrato i telefoni cellulari dei testimoni oculari, alcuni dei quali sono stati legati, e demolito edifici con i bulldozer.
Residenti e lavoratori presenti in strada hanno chiamato la polizia per chiedere aiuto, ma, secondo un rapporto del difensore civico, Sasa Jankovic, la polizia ha rifiutato di agire.
Gli edifici che sono stati abbattuti si trovavano su un terreno incluso nell’area del progetto di sviluppo Belgrado Waterfront.
L’incidente ha scatenato una serie di grandi manifestazioni guidate da un movimento di protesta chiamato “Non affondiamo Belgrado”, che, nella giornata di lunedì, è tornato a chiedere le dimissioni del sindaco Mali con un comunicato: “esigiamo che le sue dimissioni siano solo il promo passo verso un’azione penale nei confronti di Sinisa Mali”.
Vucic aveva ammesso, lo scorso giugno, la responsabilità dell’accaduto di funzionari della città di Belgrado: “Senza ombra di dubbio, dietro le demolizione a Hercegovacka vi sono i più alti funzionari della città e ne pagheranno le conseguenze legali”. A queste parole, però, non è seguito alcun procedimento giudiziario, e i responsabili delle demolizioni non sono ancora stati identificati pubblicamente.
(BalkanInsight, 13.02.2017)
Articolo originale di KRIK
Marija Mali o poslovima bivšeg supruga: ofšor, skrivena imovina, Savamala
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