Russia vs UE in Serbia: la realtà oltre la propaganda

Nonostante dall’inizio di questo secolo l’UE e i suoi membri abbiano fornito quasi 3 miliardi di euro di sovvenzioni, i cittadini serbi credono ancora che la Russia sia il più grande donatore della Serbia.

Sigmar Gabriel, Ministro degli Esteri tedesco, ha recentemente espresso incredulità in relazione alla diffusa convinzione della maggioranza della popolazione serba secondo cui la Russia fornisce la più grande assistenza finanziaria al paese. “Non lo capisco davvero. Per esempio, c’è un cartellone, lungo la strada dall’aeroporto al centro di Belgrado, che presenta l’immagine dell’amicizia russo-serba, mentre i colori gialli e blu dell’Unione europea sono quasi invisibili”, ha osservato il Ministro tedesco.

L’atteggiamento di parzialità della popolazione serba nei confronti della Russia non si basa sul pensiero razionale, sulla matematica, sulla corretta comprensione degli interessi o sulla visione di un futuro migliore.

“Il popolo russo e serbo sono quasi la stessa nazione e per questo il nostro popolo crede nella Russia e siamo convinti che la Russia ci aiuterà più dell’Unione europea. Non credo affatto nell’Unione europea. Apprezzo solo la Russia”, sostiene Dimitrije Stanic, dalla città di Uzice.

I suoi concittadini condividono lo stesso parere. “Vucic bacia Merkel sulla guancia, eppure ancora spero che la Russia intervenga in nostro aiuto”, dichiara Boban mentre Zarko Visnjevac cita le ragioni concrete della sua voglia di Russia: “Credo nella Russia perché non abbiamo mai avuto cattive esperienze con loro durante tutta la storia. Condividiamo la stessa tradizione, la stessa origine. Non ci aspettiamo mai nessun male proveniente dalla Russia, mentre aspettiamo sempre che l’Unione europea ci inganni. Sono certo di una cosa: se scoppiasse la guerra mondiale, sarebbe naturale schierarsi con la Russia».

Zarko e Boban ovviamente non si preoccupano delle informazioni secondo cui le imprese europee hanno investito in Serbia cinque volte più denaro rispetto a quelle russe. Negli ultimi 10 anni hanno investito quasi 15 miliardi di euro, pari al 73% del valore di tutti gli investimenti realizzati in Serbia. Tradizionalmente, l’Unione europea è stata il principale partner commerciale della Serbia, e ha una quota del 63% nell’importazione e nell’esportazione del paese.

D’altra parte, la Russia ha realizzato investimenti per 2,4 miliardi di euro, mentre il commercio estero con la Serbia ha raggiunto 2,3 miliardi di dollari. L’importazione serba dalla Russia è molto più alta della sua esportazione.

Nonostante i suddetti dati, il 25% della popolazione in Serbia crede ancora che la Russia sia il più grande donatore: è quanto ha mostrato un’indagine condotta dall’Ufficio Serbo d’Integrazione UE l’anno scorso. Solo il 21% degli intervistati sa che i membri dell’UE hanno donato 2,7 miliardi di euro di sovvenzioni alla Serbia tra il 2000 e il 2015.

Il Presidente del Movimento europeo in Serbia, Mihailo Crnjobrnja fornisce il suo punto di vista su questa enorme polarità nella società serba, in ragione della quale la popolazione appare divisa tra tifosi della “madre” Russia e i sostenitori dell’adesione della Serbia all’UE.

“Penso che possiamo classificarla come schizofrenia sociale. Da un lato, c’è un segmento di popolazione, rappresentato dall’ex presidente Tomislav Nikolic, che ha dichiarato, nuovamente, di considerare la Russia come sua madre, cosa assolutamente non perdonabile. D’altra parte c’è ovviamente Vucic e l’intero ex governo, e ora l’opposizione, che favoriscono la squadra giallo e blu”, spiega Crnjobrnja.

A proposito dell’affermazione ripetuta da molti russofili secondo cui la Russia non tradisce mai la Serbia, Crnjobrnja ricorda:

“Abbiamo tradizionalmente questa capacità e anche l’abilità di avere memoria a breve termine sull’ingiustizia russa verso di noi. Ricordiamo ad esempio l’accordo di Pace di San Stefano in cui la Russia appoggiò apertamente la Bulgaria (contro la Serbia) o quando, nel 1948, la Russia impose le sanzioni più severe mai viste in Serbia. Questo è stato dimenticato. Ciò che non viene dimenticato è che i russi hanno partecipato alla liberazione di Belgrado e della Vojvodina sulla loro strada verso l’Ungheria. Naturalmente, ricordiamo le loro canzoni, il coraggio e un grande contributo nella cultura, sia nel balletto, che nell’opera o nella letteratura. Questa è la nostra dimensione della Russophilia. Di tanto in tanto abbiamo questo bisogno di vantarcene ed è qualcosa che davvero non comprendo”, aggiunge Crnobrnja.

Nonostante la vicinanza religiosa ed etnica alla Russia, anche i russofili vorrebbero vivere e lavorare in Germania, Austria, Canada e Stati Uniti, piuttosto che in Russia, conclude Crnjobrnja.

Certo, bisognerebbe valutare anche la parte di responsabilità che l’UE ha, se i cittadini serbi non sanno molto sull’aiuto di Bruxelles nella regione.

Il Direttore della ricerca di ISAK Fund, Igor Novakovic, commenta la mancanza di propaganda dell’UE: “Per quindici anni l’Unione europea non ha promosso correttamente tutto ciò che ha fatto per i paesi candidati. Bruxelles dovrebbe migliorare definitivamente la sua strategia d’informazione. Quando dico questo, non mi riferisco alla propaganda in vecchio stile, piuttosto a una migliore diffusione di informazioni sulle cose che hanno fatto, e sul denaro che hanno investito in Serbia e in altri paesi del Balcani occidentali”, osserva Novakovic. “Il Cremlino, invece, è più aggressivo nella sua propaganda, soprattutto dopo l’inizio della crisi ucraina nel 2014. Adesso sono emersi diversi siti web di notizie, tra cui Sputnik News”, osserva Novakovic.

(Radio Free Europe, 05.06.2017)

https://www.slobodnaevropa.org/a/srbija-rusija-eu/28529994.html

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