di Gian Luca Cavallin
Cosa porta i giovani a tornare in Serbia dopo essere cresciuti all’estero? Tra il 2020 e il 2022 più di 90.000 serbi che hanno vissuto all’estero hanno deciso di tornare in madrepatria, tra cui decine di migliaia di giovani, incluso chi scrive. Quali sono le reali ragioni dietro questa scelta? Il modo migliore per rispondere è scoprendo le storie di alcuni di loro.
David, attratto dal gaming e da altri ritmi di vita
David Kandas ha vissuto 10 anni della propria vita in Italia prima di decidere, a 20 anni, di tornare a vivere nel Paese in cui ha passato la sua prima infanzia. David doveva rimanere solo per un breve periodo in Serbia, ma i giorni passati qui lo hanno portato alla decisione di viverci e di mettersi in gioco. La grande passione che ha per il mondo digitale gli ha sicuramente facilitato la scelta. In Serbia si sta infatti investendo molto in questo settore e alcune delle Università di Belgrado offrono corsi di ingegneria informatica e IT di livello molto avanzato. Oltre a dirsi particolarmente soddisfatto del percorso universitario che sta seguendo, le conoscenze che ha della lingua italiana e inglese gli permettono di lavorare come assistente di supporto gaming. Proprio il gaming è un altro ambito su cui si punta molto in questo Paese, tanto è vero che ha generato oltre 150 milioni di euro nel 2022 ed è in forte crescita. In Serbia si organizza inoltre uno dei più grandi tornei d’Europa, l’eSports Balkan League, che dà la possibilità a molti giovani di dimostrare il proprio valore. “Amo i videogiochi fin da bambino e crescendo ho capito che questo mio interesse sarebbe potuto diventare anche il mio lavoro. Il mio sogno è quello di creare un videogioco tutto mio e per questo mi sono iscritto al corso di laurea in ingegneria del software. Il percorso di studi, la mia creatività e la mia dedizione per questo mondo, mi fanno vedere un futuro roseo in Serbia“, ci dice David. Con ben il 70% delle aziende del settore che prevede di assumere più esperti, con la maggior parte neolaureati, le aspirazioni di David sembrano più che fondate. Al di là dell’ambito lavorativo e di studio, David si dice gratificato dalla sua decisione anche analizzando la vita di tutti i giorni. Lui abita in una zona tranquilla della Serbia centrale, più precisamente a Smederevska Palanka, dove è immerso nella natura. Un grosso cambiamento per lui, abituato alla ‘vita di corsa’ che spesso caratterizza il Nord Italia. Da quando è in Serbia inoltre ha aggiunto alle sue giornate anche nuove interessanti attività, come quella di distillare la rakija in compagnia di amici e famigliari. Tornare alle origini non è stato facile e gli ha cambiato la vita sotto tanti punti di vista. Come ogni nuova avventura, all’inizio le incertezze e i dubbi erano molti. L’impegno e la volontà di inseguire i sogni hanno però prevalso su di essi e ora è più che mai orgoglioso della propria scelta di vita.
Sava, in Serbia per credere in se stesso
Anche Sava Golinger, ragazzo serbo di diciassette anni, ha scelto di proseguire il proprio percorso di crescita in Serbia. Sava ha passato tutta la vita in Italia, nei dintorni di Milano, studiando al Liceo scientifico e avendo l’obiettivo di diventare un giorno un portiere di calcio professionista. Questo suo sogno stava andando nella direzione sperata quando la pandemia ha bloccato tutto. Niente allenamenti, niente partite. “Questo stop ha inciso non poco a livello psicologico e fisico e ho deciso così, avendone la possibilità, di provare a ripartire da Belgrado. Le misure meno restrittive in quel periodo mi hanno dato la possibilità di tornare ad allenarmi prima e così ritrovare al meglio la forma. Nonostante la mia giovane età, inoltre, dopo pochi allenamenti i dirigenti della squadra serba dove gioco hanno deciso di mandarmi a giocare in prima squadra. Ciò è significato giocare anche con ragazzi di maggiore esperienza. Per me questo è stato un grande riconoscimento e un po’ una sorpresa, dal momento in cui ero abituato alla mentalità italiana per cui se sei troppo giovane difficilmente potrai giocare con i più grandi, nonostante tu abbia molto talento”. Tanto è vero che ancora oggi il caso di Donnarumma, fatto esordire in prima squadra nel Milan a 16 anni dal coraggioso Siniša Mihajlović, viene ricordato come l’eccezione che conferma la regola. Far giocare i giovani può essere un rischio, è vero, ma se non si rischia non si scopriranno mai nuovi talenti. La verità è che, nel calcio come nella vita lavorativa, tanti sono i ‘Donnarumma’, giovani talentuosi che aspettano solo una possibilità per prendere il volo, ma pochi sono i Siniša Mihajlović che hanno il coraggio di guardarti negli occhi e prendersi la responsabilità di dirti: ‘ragazzo, io credo in te’. Si è preso ad esempio la massima serie del calcio in Italia, “ma purtroppo – ricorda Sava – “questa riluttanza nel puntare sui giovani è caratteristica di tutte le categorie calcistiche italiane”. Questa promozione, per Sava, ha significato una crescita, calcistica e caratteriale. Uscire dalla comfort zone per confrontarsi con persone con più esperienza è uno dei modi più efficaci oltre che rapidi per migliorarsi. “Ammiro molto la cultura sportiva che c’è in Serbia: seppure in molti casi i ragazzi si allenino in strutture che sono da migliorare, moltissimi sono gli atleti serbi che nel tempo riescono ad imporsi a livello mondiale. Questo non solo in uno sport in particolare, ma in molti sport diversi tra di loro. Anche a livello comunicativo si assapora questa cultura: quando una squadra che rappresenta la Serbia, in qualunque sport, vince una medaglia, il giorno dopo tutti i quotidiani sportivi dedicano a questo successo la prima pagina. Questo a differenza di molti paesi dell’Europa occidentale che troppo spesso si limitano allo scrivere un trafiletto disperso tra le pagine per successi che non siano legati al calcio o al basket“. Sava si dice fiducioso per quanto riguarda il futuro dello sport in questo Paese. E’ risaputo che in Serbia i talenti non sono mai mancati ed è positivo che si stia iniziando ad investire nella creazione di stadi che rispettino tutti i requisiti europei, come il moderno stadio a Leskovac, e in nuovi palazzetti sportivi multifunzionali, come il centro sportivo ‘Radnicki’, che permetterà agli sportivi di varie discipline di allenarsi nelle migliori condizioni.
Marco, contribuire alla transizione energetica della Serbia
Un’altra storia degna di nota è quella di Marco Peretto, ragazzo italo-serbo che ha trascorso la sua vita tra l’Olanda e il Lussemburgo. Oggi ha un’occupazione lavorativa online che gli permette di tornare in Serbia per vedere amici e famiglia e anche analizzare dal vivo tutto ciò che gli risulta utile per il proprio impiego. Marco lavora in un istituto come ricercatore di policy ambientali e climatiche con uno specifico interesse per l’area balcanica e in particolare la Serbia. Lavorando sulla sua tesi magistrale, intitolata: ‘Regolamentazioni per contrastare la povertà energetica tra i gruppi di famiglie a basso reddito in Serbia: Un’analisi multidisciplinare” ha notato come nel Paese il settore energetico ed ambientale richieda figure sempre più preparate. Il fatto che negli ultimi decenni quest’area geografica non abbia sfruttato al meglio ciò che era a disposizione, gli permette di lavorare per ottenere ampi margini di miglioramento. “Tramite il mio lavoro riesce a collegare il mondo dell’ingegneria a quello più politico e regolamentare analizzando, ad esempio, come le policy ambientali delineate dalla Commissione Europea possano funzionare in un paese fuori dall’UE. Il fatto che la Serbia abbia dichiarato la propria volontà di realizzare obiettivi sostenibili delineati dalla Commissione Europea, mostra una reale volontà di miglioramento per mezzo della transizione ecologica“, afferma Marco, che si dice molto soddisfatto del ruolo che ricopre anche perché ha la possibilità di lavorare per Paese in cui crede molto. “Per migliorare la situazione è necessario, ad esempio, il processo di decarbonizzazione. Tra i vari fattori per decarbornizzare il Paese entro il 2050, come proposto dall’Unione Europea, particolarmente importante è il raggiungimento della classe di prestazione energetica E entro il 2030 e D entro il 2033 per gli edifici residenziali, con gli edifici non residenziali e pubblici che dovrebbero raggiungere le stesse classi rispettivamente entro il 2027 e il 2030, secondo quanto indicato dal Parlamento Europeo“. Marco ci tiene a sottolineare come i diversi scenari che analizza sono tutti riconducibili a una transizione ecologica giusta. Ciò significa che il miglioramento che lui prevede per la Serbia deve riguardare tutta la popolazione e non solo parte di essa. Tramite la propria ricerca lui valuta gli interventi necessari, riservando particolare attenzione nell’evitare che la transizione ecologica impatti negativamente su alcuni strati della popolazione più fragili dal punto di vista economico.
Per Marco la Serbia è motivo di felicitá quando vengono i suoi amici dall’estero a trovarlo. Durante le giornate ci sono varie mete che non dimentica mai di mostrare a coloro che visitano Belgrado per la prima volta. Tra queste ci sono il museo di Nikola Tesla, il parco Kalemegdan e, da buon amante di calcio, il famoso stadio Marakana. Per passare le serate dice che quando sceglie Skadarlija non sbaglia mai: l’atmosfera e la musica che caratterizzano questa via la rendono speciale e apprezzata da tutti. Anche i pub con la vista sul Danubio sono molto frequentati. La scelta per passare una serata coinvolgente è molto ampia. Non è un caso che Belgrado sia una città in forte evoluzione con sempre più persone pronte a definirla la capitale del divertimento in Europa.
Zorana, far emergere nuovi talenti sulle note del suo flauto
Concludiamo con la storia di Zorana Belusevic. Lei è una ragazza serba che suona il flauto per professione e ne insegna la tecnica in una scuola. Dopo essere cresciuta musicalmente tra Banja Luka, Valjevo e Trieste, è tornata a vivere in Serbia. L’esperienza italiana le ha permesso di maturare molto sia come persona che come flautista, grazie anche all’apporto della flautista Luisa Sello, e questo le ha permesso di far ritorno in Serbia con nuove ambizioni. “Anche in Serbia ho la possibilità di mettere in mostra le mie capacità, grazie ai molti concerti e master-class che si svolgono costantemente, in particolare a Belgrado e Novi Sad. Grazie all’associazione belgradese di flautisti ‘Miodrag Azanjac’, ho la possibiltà di migliorare la mia tecnica osservando flautisti di fama internazionale come Denis Bouriakov e Paolo Taballione. Inoltre, nella scuola dove insegno, la ‘Zivorad Grbic’, si tiene il festival dei flautisti ‘Tahir Kulenovic’”. Proprio quest’anno si è festeggiato il venticinquesimo anno dalla nascita di questo concorso e la stessa Zorana ha aperto il concerto assieme a tanti artisti della penisola balcanica. Lei ci tiene a far notare con piacere come anche uno dei suoi più grandi punti di riferimento nell’ambito musicale, il violinista Stefan Milenkovic, abbia deciso di tornare a vivere in Serbia, più precisamente a Novi Sad, dopo una vita passata all’estero. Il ritorno dello stesso Milenkovic è stato per molti musicisti serbi una manna dal cielo, dal momento in cui lui ha in mente vari progetti per supportare i talenti musicali serbi e per permettere loro di formarsi nel proprio Paese senza la necessità di andare altrove. Dal momento che è stato nominato direttore della sala concerti della scuola di musica e balletto di Novi Sad, organizza periodicamente master class in cui i partecipanti hanno la possibilità di osservare e interiorizzare consigli molto preziosi. Il fatto che sia anche professore all’Accademia delle belle arti mette in mostra la volontà di offrire ai talenti serbi i migliori professionisti possibili per il proprio percorso di crescita musicale. “Seppur non viva più in Italia, il legame con questo Paese è per me indissolubile. Sono socia sia dell’Associazione flautisti di Belgrado che dell’Associazione flautisti di Trieste e ciò mi permette di tornare spesso in Italia per vari progetti“. Per lei la tappa di vita in Italia è stata indispensabile per diventare ciò che è oggi e adora far avvicinare questo due culture per mezzo del suo amore per la musica. Fin dall’inizio il ritorno in Serbia per Zorana ha significato avere l’agenda costantemente piena di impegni, ma ultimamente riesce a dedicare del tempo per sè stessa e a godersi i momenti liberi. In particolare le piace rilassarsi passeggiando lungo le rive del fiume Gradac, il più pulito della Serbia, e dedicarsi alla recitazione, sua altra grande passione.
Le storie raccontate sono scelte di vita di ragazzi che sono tornati in Serbia pur sapendo che non è perfetta.
Hanno scelto, nonostante questa consapevolezza, di vedere il bicchiere mezzo pieno. La Serbia sta crescendo sotto tanti punti di vista e per i giovani si stanno creando molte situazioni interessanti. Sono ragazzi che hanno una gran voglia di accettare una sfida in un contesto differente da quello in cui sono cresciuti. Alcuni di loro hanno sfruttato le occasioni, altri se le sono create. In questo Paese i talenti non sono mai mancati. Troppo spesso, però, mancavano le opportunità. Fortunatamente molte cose stanno cambiando e storie come queste ne sono la prova.
Gian Luca Cavallin
Gian Luca Cavallin è uno specialista in comunicazione e interprete. Madrelingua italo-serbo, nel 2021 si è laureato in Comunicazione e Società a Milano e ora vive e lavora a Belgrado. Ha aperto il proprio sito italijanskigianluca.rs con cui, tramite i suoi blog, racconta le sfaccettature meno note della cultura e della mentalità italiana ed insegna la lingua italiana ai serbi. Sta lavorando su progetti di comunicazione con l’obiettivo di mettere in relazione l’Italia e la Serbia, rafforzandone il legame culturale ed evidenziando le qualità e le opportunità di cooperazione socioeconomica. Coltiva inoltre la passione per la psicologia e le lingue lavorando come interprete per l’italiano, il serbo e lo spagnolo in una clinica privata a Zemun, specializzata nella cura delle dipendenze. Fin da piccolo ama scrivere e negli anni universitari ha sviluppato una passione per il marketing. Nel tempo libero ama praticare sport, rilassarsi in mezzo alla natura e viaggiare. Il suo sogno è visitare l’Argentina.