Rigettate le accuse reciproche di genocidio tra Serbia e Croazia

Il Tribunale Penale Internazionale dell’Aia ha rigettato le denunce reciproche di genocidio che si sono scambiate Croazia e Serbia. Il tribunale ha determinato che durante la guerra in Croazia, le autorità serbe non hanno commesso un genocidio contro i croati. Dall’altra parte non è stato provato che le forze militari croate hanno commesso un genocidio durante l’azione militare denominata “Oluja”.

Con la sentenza è terminata la controversia tra la Serbia e Croazia che durava più di quindici anni. Per respingere l’accusa croata hanno votato 15 giudici su 17, mentre la deliberazione per rigettare l’accusa serba è stata emanata unanimamente.

Il tribunale ha concluso che i crimini delle forze militari serbe sui croati durante il periodo dal 1991 al 1995 non sono stati commessi con l’“intenzione genocida” di distruggere croati come il gruppo etnico. Come ha detto il presidente del tribunale Peter Tomka, la Croazia non è riuscita a provare che è stato commesso un genocidio sui croati e che per questo la Serbia non può essere risponsabile.

Nella spiegazione della sentenza viene indicato che il Tribunale ha determinato che sul territorio croato, forze militari serbe hanno commesso crimini, però che la Repubblica Croazia non è riuscita a provare che si tratta di un genocidio.

Inoltre, il presidente del tribunale Peter Tomka, all’inizio della lettura di sentenza ha detto che la Serbia non può essere risponsabile per i crimini commessi prima del 27 aprile 1992, quando la Repubblica Federale di Jugoslavia è diventata membro delle Nazioni Unite e firmatoria della Convenzione sulla prevenzione dei genocidi.

La Croazia aveva indicato nella sua accusa che la Serbia è responsabile per i crimini commessi a Vukovar nel 1991.

Il tribunale penale internazionale ha valutato che anche la risposta serba all’accusa croata  è basata  sul principio che i reati commessi nel 1995 sono inclusi nella Convenzione sulla prevenzione del genocidio. Tuttavia, secondo il Tribunale, la Serbia non si è riuscita a provare che le forze militari croate hanno commesso il genocidio durante la controffensiva “Oluja” nel 1995.

La Croazia ha presentato l’accusa contro la Serbia nel 1999, mentre la Serbia ha risposto a questa accusa  dieci anni dopo.

La sentenza del Tribunale penale internazionale è finale, non c’è diritto di ricorso e tutti i due stati sono tenuti a rispettarla.

Alla lettura della sentenza sono stati presenti i membri di tutte le due squadre legali, nonché i ministri di gustizia della Serbia e Croazia, Nikola Selakovic e Orsat Miljenic.

(RTS, 03.02.2015.)

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