I membri del Parlamento europeo hanno adottato ieri a Strasburgo la relazione di quest’anno sulla Serbia, la quale esprime sostegno alla futura adesione del Paese all’UE. Tuttavia, oltre allo Stato di diritto e alla normalizzazione delle relazioni con Pristina, l’allineamento alle sanzioni contro la Russia sarà l’elemento chiave che determinerà il progresso complessivo della Serbia sulla strada dell’adesione.
La sessione plenaria del PE si è tenuta ieri a Strasburgo e, dopo il discorso del relatore del Parlamento europeo per la Serbia, Vladimir Bilčik, la relazione sulla Serbia è stata adottata con il voto dei deputati. Prima della votazione, Bilčik ha presentato un emendamento orale relativo alla risoluzione delle tensioni tra Belgrado e Priština a causa delle targhe, ma più di 38 deputati erano contrari e l’emendamento non è stato adottato.
Nel testo del rapporto modificato si afferma che la Serbia e il Kosovo devono firmare un accordo giuridicamente vincolante sulla normalizzazione delle relazioni “basato sul riconoscimento reciproco”, e questa è la prima volta che il riconoscimento reciproco è menzionato in un documento ufficiale delle istituzioni dell’UE come soluzione necessaria al dialogo tra Belgrado e Priština. Il Parlamento europeo ha ribadito il suo invito alla Serbia ad adottare misure per aumentare ulteriormente la libertà dei media, garantire la libertà di espressione, l’indipendenza e il pluralismo dei media.
Il testo della relazione elogia comunque i progressi compiuti in Serbia nello sviluppo di un’economia di mercato funzionale, nonché la cooperazione dimostrata dalla Serbia nella gestione della migrazione. Approvato in sessione plenaria dal Parlamento europeo, il rapporto si configura come una risoluzione, non vincolante, sebbene rappresenti gli orientamenti politici che il Paese deve seguire nel processo di integrazione europea.
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