La Commissione europea (CE) annuncerà prossimamente il Progetto di estensione che valuta la situazione dei paesi che intendono aderire all’Europa dei 28 membri. Radio Free Europe ha avuto in visione esclusiva il documento, che sarà pubblicato il 17 aprile a Strasburgo.
I punti dolenti dei paesi dei Balcani occidentali rimangono sicuramente la criminalità organizzata e la corruzione, ormai sinonimi di ogni paese della regione. Le amministrazioni pubbliche dei paesi della regione rimangono deboli e nel campo della libertà di espressione sono stati compiuti pochi progressi. Viene nuovamente sottolineato che le controversie bilaterali rimangono tra i principali ostacoli al processo di integrazione europea, e che nel periodo precedente non sono stati raggiunti risultati per la risoluzione dell questioni aperte.
L’Albania sarà la campionessa di quest’anno in termini di progresso dell’integrazione europea e riceverà una raccomandazione per l’apertura dei negoziati di adesione all’UE. La stessa raccomandazione verrà mandata alla Macedonia. Riguardo al Montenegro si stima che ci siano un sacco di progressi su carta ma nulla in pratica. Il cammino della Serbia verso l’Unione europea continua a dipendere dalla normalizzazione delle relazioni con il Kosovo, mentre la Bosnia ed Erzegovina è un paese i cui l’anno scorso è sttato segnato da un rallentamento del processo di riforma.
Situazione nella regione dal punto di vista della CE
La CE stima che la corruzione nei Balcani occidentali sia assai diffusa. Secondo gli esperti di Bruxelles, i paesi Balcanici “devono sradicare senza compromessi ed eliminare qualsiasi elemento dello stato corrotto”. La Commissioe europea crede che il punto d’appoggio del crimine organizzato rimane molto forte nei paesi dell’allargamento, e si afferma che i gruppi potenti operano nei Balcani occidentali e in Turchia. La cosiddetta rotta dei Balcani resta un importante via d’ingresso per il traffico illegale, in particolare di droga e armi, ma anche di persone in cammino verso l’UE. Pertanto, le istituzioni di Bruxelles chiedono urgentemente di stabilire prove concrete e sostenibili nella lotta alla corruzione, al riciclaggio di denaro e alla criminalità organizzata.
Nella bozza del progetto di estensione viene affermato che non esiste in pieno il rispetto dei diritti fondamentali, anche se sono garantiti dalla legislazione di ciascun paese della regione. Attraverso questo documento, viene prestata particolare attenzione alla protezione della libertà di espressione e all’indipendenza dei media.
Si sottolinea, inoltre, che tutti i paesi hanno continuato con sforzi ad influenzare il servizio pubblico, e che è trasparente che ci siano ancora finanziamenti dei media. Tutti questi abusi, secondo la CE, “riducono non solo il diritto fondamentale alla libertà di espressione, ma ricudono anche la democrazia nella regione”.
Il progetto sull’allargamento indica che il corretto funzionamento delle istituzioni statali rimane tra le sfide più importanti per molti paesi della regione. La Commissione considera che i paesi dell’allargamento hanno un potenziale economico significativo, ma che comunque devono affrontare prima gravi sfide economiche e sociali. Gli investimenti nei Balcani occidentali sono ostacolati da tutte quese corruzioni, in particolare per quanto riguarda la mancanza di un sistema esecutivo giudiziario efficace e dell’applicazione uniforme delle regole di concorrenza. L’unica valutazione, in qualche modo positiva, di questa relazione riguarda le misure alla lotta al terrorismo e alla migrazione.
Nel capitolo sul terrorismo, la CE stima che tutti i paesi continuano a fare buoni sforzi per armonizzare la legislazione e le pratiche con gli standard dell’UE. Tuttavia, riconosce anche la necessità di strutture più efficienti a livello nazionale e regionale per fornire risultati concreti, in particolare per quanto riguarda la prevenzione dell’estremismo violento, del contrabbando di armi, del finanziamento del terrorismo, del riciclaggio di denaro, della condivisione di informazioni e ldelle politiche anti-radicalizzazione.
Riferendosi alle misure adottate nel campo della migrazione, il progetto conclude che con l’aiuto di Bruxelles nel 2017 c’è stata una diminuzione del volume dei flussi migratori, fino al 91%. Riconosce il ruolo di Serbia e Macedonia, qualificandoli come “partner affidabili” in questo campo. Tuttavia, la CE ritiene che ci sia spazio per la preoccupazione quando si tratta della tratta di esseri umani e dei migranti.
L’UE ribadisce che non vuole né può assistere alle controversie bilaterali che richiedono una soluzione urgente. Il documento sottolinea la necessità di progressi urgenti nel processo di dialogo tra Belgrado e Pristina, che dovrebbe concludersi con un accordo giuridicamente vincolante sulla normalizzazione.
La Serbia attraverso riforme e dialoghi verso l’UE
Secondo il rapporto, il ritmo dei negoziati tra Bruxelles e Belgrado continuerà a dipendere dai progressi compiuti dalla Serbia nel processo di riforma, nonché dal dialogo sulla normalizzazione delle relazioni con il Kosovo. Il documento chiede alla Serbia di intensificare il proprio impegno nel dialogo con il Kosovo e di attuare gli accordi conclusi. “In tal senso, l’iniziativa del presidente di avviare un dialogo interno sul Kosovo è ben accetta”, afferma il rapporto e aggiunge che la Serbia dovrebbe continuare a svolgere un ruolo positivo nella regione, per migliorare le relazioni regionali e preservare la stabilità.
Per quanto riguarda lo stato di diritto, il rapporto afferma che sono stati compiuti alcuni progressi, tuttavia, la Serbia è invitata a intensificare gli sforzi e a mostrare risultati concreti, soprattutto in termini di “creazione e abilitazione del clima” per la libertà di espressione, migliorando l’efficienza del sistema giudiziario indipendente e il raggiungimento di progressi sostenibili nella lotta contro la criminalità organizzata e la corruzione.