Nell’incontro tra il ministro dell’economia Sasa Radulovic e i direttori di sette imprese statali in ristrutturazione è emerso che nella maggior parte dei casi i dati su bilancio e patrimonio non corrispondono alla situazione reale delle imprese. Di conseguenza il ministro ha invitato i direttori di queste imprese a presentare un quadro reale della situazione economica e patrimoniale poiché nessun investitore comprerebbe mai una società con una situazione finanziaria tanto caotica.
“Il governo ha messo a punto un programma in base al quale le imprese statali saranno ripulite dei debiti e messe in condizione di stare in piedi da sole, risolverà il problema della ridondanza del personale attraverso piani sociali di “scivolo”, affinché le fabbriche possano sopravvivere e i nostri figli abbiano dove lavorare. Ci siamo avvicinati al tema con grande responsabilità. La valutazione del valore aziandale dovrà essere completata in maniera appropriata per tutte le imprese, per capire il valore attuale del patrimonio, per determinare quali sono i loro obblighi e tutto il resto: non si potrà nascondere nulla e dopo di ciò si stenderà un programma di recupero dell’impresa”, ha dichiarato Radulovic.
“Solo dopo tutto questo potremo aspettare gli investitori. Ogni investitore desidera avere una situazione pulita. Nessuno investe nel caos. Mai più si butteranno nel pozzo i soldi che poi domani dovranno restituire i nostri figli. Quindi mettiamoci al lavoro per avere una situazione chiara. Lo stato ha steso il piano per i lavoratori ridondanti e in più avremo un piano di salari minimi e riallaccio dei contributi fino a quando non terminerà il processo di ristrutturazione”, ha detto Radulovic aggiungendo che tutte le imprese che avranno una possibilità di farcela sul mercato saranno sostenute. “i debiti non saranno cancellati ma si convertiranno in quote del capitale: questo varrà tanto per i diritti dei lavoratori quanto per quelli dello Stato. Purtroppo a causa delle scelte irresponsabili del passato lo Stato ha perso tutte le quote di capitale in queste imprese. Tutto quello che abbiamo sono i debiti verso lo Stato per i contributi e le tasse non pagati, situazione in cui si ritrovano anche le municipalità, alcune imprese statali e i lavoratori”.
I direttori e i sindacati delle imprese coinvolte (tra cui la produttrice di olii lubrificanti FAM, l’industria di confezioni Zvezda, l’industria molitoria “Branko Perisic, la fabbrica di componenti idrauliche e pneumatiche “Prva Petoletka”) hanno concordato con l’analisi, pur avvertendo che nel frattempo i lavoratori devono avere di che vivere. Il ministro ha chiarito che non si procederà a privatizzare fino a quando non si avrà un quadro chiaro dei processi produttivi, del capitale e del patrimonio delle imprese.
(Politika, 07.11.2013)