Secondo i dati statistici finali, la quota delle fonti di energia rinnovabili nel consumo finale lordo di energia per il 2019 in Serbia è stata del 21,44%. Sebbene non ci siano ancora dati ufficiali per il 2020, la quota delle stesse nel consumo di elettricità dovrebbe aggirarsi intorno al 25%, fanno sapere dal Ministero dell’Energia.
“I dati per il 2020 saranno pubblicati nel febbraio 2022 e si prevede un cambiamento significativo in essi sulla base di una ricerca dettagliata condotta su ordine della Comunità dell’energia. Questi studi hanno dimostrato che il consumo di biomassa in Serbia è molto più alto di quanto precedentemente calcolato, quindi la quota delle fonti energetiche rinnovabili nel consumo finale lordo è più alta in termini reali e dovrebbe essere intorno al 25%, o molto più vicina all’obiettivo precedentemente fissato del 27% nel 2020”.
Rispetto al 2019, questo aumento nel 2020 è del 3,56%. Si ricorda che, rispetto al 2018, l’incremento nel 2019 era stato dell’1,12%. L’aumento dall’1,12% era dovuto all’energia da impianti eolici, mentre l’aumento odierno è stato principalmente influenzato dall’energia da biomasse, 3,56%.
La Ministra dell’energia Zorana Mihajlovic ha dichiarato nell’aprile di quest’anno che la Serbia punta ad avere almeno il 40% dell’energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2040. Va ricordato che il governo ha recentemente approvato due decreti concernenti la regolamentazione del settore delle fonti energetiche rinnovabili. Si tratta del Regolamento sul premio di mercato e il Regolamento sul contratto tipo sul premio di mercato.
Di recente, il Consiglio di amministrazione dell’Associazione delle fonti energetiche rinnovabili della Serbia ha espresso preoccupazione per il futuro delle fonti di energia rinnovabile in Serbia e, dopo la determinazione del prezzo massimo di acquisto nelle aste per l’elettricità da parchi eolici, a causa del modello di premio bilaterale previsto, avverte che questo potrebbe portare gli investitori a non partecipare alle aste e le istituzioni finanziarie e banche a non finanziare i progetti.
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