Non ci sono dati precisi sui costi dei negoziati per l’adesione della Serbia all’Unione europea, ma secondo un calcolo approssimativo si ritiene che per gli Affari europei l’anno scorso sia stato stanziato un totale di circa cinque milioni di euro. Approssimativamente, per il solo processo di screening durato un anno e mezzo, cioè a dire per l’analisi dei 35 capitoli, recentemente completata, è stato stanziato circa un milione di euro. Sulla base di quanto riportato dal Governo serbo al quotidiano “Novosti”, non si sa niente di preciso ancora, perché il processo di integrazione viene finanziato da diverse istituzioni, le quali dai propri fondi coprono l’organizzazione di incontri, dei viaggi e delle altre spese di dipendenti coinvolti in questo lavoro.
L’anno scorso lo Stato serbo ha stanziato più di cinque milioni di euro in totale per tutti gli affari europei, attraverso l’Ufficio per la UE, il Ministero senza portafoglio per l’Integrazione europea e il Ministero per gli affari Esteri, mentre una somma simile è prevista anche per quest’anno. La maggior parte di questo denaro è destinato al sostegno dei negoziati per l’adesione, e secondo l’Ufficio per l’UE, quasi 3.000 dipendenti pubblici sono stati impegnati nella preparazione degli screening. Solo nell’anno scorso sono stati organizzati 50 incontri a Bruxelles e a Lussemburgo. Lo screening è durato effettivamente per 126 giorni lavorativi e in questa occasione sono stati organizzati esattamente 1.989 viaggi da Belgrado a Bruxelles. Il biglietto aereo per Bruxelles costa in media circa 200 euro, e secondo un calcolo approssimativo risulta che il costo di trasporto di circa 2.000 viaggi ammonta a circa 400.000 di euro. Anche se fosse pagato solo un soggiorno di una notte dei nostri dipendenti pubblici, questo vuol dire 200.000 di euro ancora, e poi, più o meno lo stesso importo per la diaria, che per il Belgio ammonta a 103 euro.
In questo lavoro la Serbia può in parte contare su un aiuto finanziario dell’Unione europea attraverso i fondi di preadesione, nonché sui donatori, tra i quali la Svezia e la Germania. Tuttavia, la maggior parte delle spese deve essere coperta dal paese stesso, come indicato nel quadro negoziale dell’UE. Il capo del Comitato Parlamentare per l’Unione europea Aleksandar Senic ha detto che “il processo di negoziazione con Bruxelles è un lavoro estremamente complicato e impegnativo, ma indipendentemente da quanto ci costerenno i viaggi dei funzionari pubblici, nonché il processo di integrazione, i benefici che i cittadini avranno dall’UE, saranno incomparabilmente maggiori.”
(BETA, 14 aprile 2015)