Secondo quanto sostiene Arlind Puka, membro dell’ European Parliamentary Financial Services Forum (EPFSF), l’approccio dell’Unione europea ai Balcani occidentali, che corrisponde più o meno a quello adottato nei confronti di Nord Africa e Medio Oriente, è incentrato sulla parola chiave stabilità e, di conseguenza, l’Unione rischia l’allineamento con regimi sempre più illiberali e autoritari, scambiando il loro potere per stabilità.
Puka ritiene che Serbia e Montenegro debbano essere costantemente incoraggiate nel loro cammino verso l’adesione all’UE, attraverso l’apertura di nuovi capitoli negoziali, all’Albania dovrebbe essere comunicata la data precisa di inizio dei negoziati di adesione, mentre la Macedonia dovrebbe essere supportata nella risoluzione del suo conflitto con Grecia in merito all’attribuzione del nome ufficiale del paese. Secondo Puka, non tutti i paesi dei Balcani occidentali possono aderire all’UE prima del 2025, a causa dei loro “problemi economici, degli alti livelli di corruzione, della criminalità organizzata, dell’influenza politica sul sistema giudiziario, degli alti livelli di disoccupazione giovanile che vanno dal 34% al 62%”.
Riflettendo sul nuovo approccio che l’UE dovrebbe adottare, Puka aggiunge che “l’UE dovrebbe smettere di considerare il Kosovo come elemento aggiunto alla sua politica serba. Il modo in cui l’Unione ha gestito il processo di liberalizzazione dei visti per il Kosovo è stato vergognoso. I paesi dell’UE, tra le paure suscitate dai flussi migratori, cominciano ad essere più cauti in materia di immigrazione, ma questo non rappresenta motivo sufficiente per non dare al Kosovo il via libera”.
Puka riflette anche sulla crescente influenza russa e turca nei Balcani: “La concorrenza tra le “grandi potenze” è tornata di moda nella regione, e l’Unione europea, assorbita da altre crisi, non ha saputo reagire. Con l’Europa distratta, Russia e Turchia stanno aumentando la loro influenza nei Balcani. La Russia, in particolare, sta cogliendo l’opportunità di minare l’influenza occidentale, soffiando sul fuoco dei conflitti sottostanti e promuovendo un messaggio anti-UE. SI sta diffondendo una crescente ondata di illiberalismo, considerando che le elite locali hanno esitato ad impegnarsi per la riforma democratica, incoraggiate dai modelli offerti da Putin ed Erdogan, insieme alla crescente sensazione che l’adesione all’UE non rappresenti più una prospettiva realistica”.
(Euractiv, 30.01.2017)
http://www.euractiv.rs/eu-i-zapadni-balkan/10943-eu-treba-da-promeni-pristup-zapadnom-balkanu
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