Lunedì, per il settimo giorno consecutivo, si sono tenute proteste nelle città di tutta la Serbia contro il governo per il modo in cui sta combattendo la pandemia da coronavirus.
Diverse centinaia di persone si sono radunate davanti alla prigione centrale a Belgrado per protestare contro gli arresti avvenuti durante le manifestazioni e, poche ore dopo, la protesta si è spostata davanti al Parlamento.
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Dozzine di manifestanti e agenti di polizia sono rimasti feriti nelle rivolte, e 112 persone sono state arrestate negli ultimi due giorni.
Sui social network giravano notizie che sabato sera alcuni manifestanti e astanti fossero stati arrestati e condannati a una pena detentiva di 30 giorni, con una procedura urgente.
Uno di loro, Vuk Mistović, ritiene che gli arresti siano solo “parte della repressione che il governo di Aleksandar Vučić sta compiendo sulla popolazione. La polizia ha picchiato brutalmente la gente per strada e questo non ha senso”, ha detto Mistović.
“Siamo qui perché vogliamo che i cittadini che sono stati arrestati illegalmente siano liberati”, ha aggiunto una ragazza che si è presentata come Ksenija.
I manifestanti sono anche infastiditi dal modo in cui il governo guida il Paese durante la pandemia.
“Ci siamo riuniti perché non siamo soddisfatti della situazione e dell’attuale regime. Vogliamo la verità, prima di tutto sui dati relativi al coronavirus”, ha affermato Jelena.
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