“Protesta contro la dittatura”: la guida per comprendere cause e richieste del movimento

Migliaia di persone stanno calcando le strade in tutta la Serbia, marciando in segno di protesta contro il governo del Primo Ministro di Serbia e neo eletto presidente della Repubblica, Aleksandar Vucic.

BIRN ha preparato una guida per comprendere i fattori principali connessi al movimento di protesta.

Quando e dove?

• Le proteste sono iniziate il 3 aprile, un giorno dopo la vittoria delle elezioni di Vucic, con un ampio margine al primo turno. Migliaia di persone sono scese per le strade della capitale, Belgrado, e della seconda città più grande della Serbia, Novi Sad, nel nord, e a Nis, nel sud.
• Le proteste hanno da allora preso avvio alle 6 p.m. circa nelle città in tutta la Serbia, con la più grande partecipazione a Belgrado, Novi Sad, Nis e Kragujevac.
• Tra decine e centinaia di persone stanno manifestano tutti i giorni anche in altre città, tra cui Subotica, Sombor, Kraljevo, Krusevac, Zrenjanin, Leskovac, Pozarevac e Bor.

Chi e come?

• Mentre alcuni parlano di “protesta studentesca”, le manifestazioni coinvolgono in realtà gruppi misti. I giovani ne costituiscono la gran parte, e in molte città studenti anche gli studenti delle scuole superiori sono responsabili degli inviti alle manifestazioni diffusi tramite i social media. Tuttavia, persone di ogni età e condizione sociale si sono unite alla protesta, che include quindi anche pensionati e lavoratori.

• La prima protesta è stata pianificata su Facebook da Nemanja Milosavljevic, che ha istituito una pagina evento, “Protesta contro la dittatura”, invitando i cittadini belgradesi a scendere in piazza per protestare contro il governo di Vucic. Da allora, Milosavljevic non ha rilasciato comunicazioni ai media.

• Le manifestazioni a Belgrado non hanno organizzatori ufficiali. Coloro che vogliono partecipare si accordano su dove marciare ogni giorno tramite la pagina dell’evento ed un gruppo su Facebook, chiamato “Contro la dittatura”.

• Quando alcuni attivisti di destra hanno tentato di prendere in mano la guida della protesta di Belgrado, sono stati rapidamente fischiati dai manifestanti, i quali insistono nel rifiuto di avere un leader e organizzatori specifici.

• Le proteste di Belgrado riuniscono persone di differenti orientamenti politici, compresi liberali, di destra, sostenitori dei partiti di opposizione, attivisti anti-NATO, pro-Russia, sostenitori dell’Unione Europea, e altro ancora.

• Le manifestazioni a Novi Sad, insolitamente, hanno avuto un organizzatore ufficiale fin dall’inizio, il Movimento Studenti, associazione di studenti dell’Università di Novi Sad.

• Le proteste nelle altre città vengono organizzate principalmente come quelle di Belgrado, tramite i social media.

Cosa chiedono i manifestanti?

• Il 10 aprile, i manifestanti in tutta la Serbia hanno reso pubblica una lista comune di richieste alle autorità. Queste richieste sono state concordate su Facebook, dove ognuno ha potuto contribuire con suggerimenti e partecipare alla discussione.

Le richieste sono:

  • Abolizione della ‘dittatura’ e la rimozione completa della élite politica guidata da Aleksandar Vucic
  • Elezioni eque e libere: pulizia delle liste elettorali, che si ritiene includano elettori non ammissibili e defunti; rimozione della gestione dell’Autorità per media elettronici, REM, e della Commissione elettorale dello Stato, RIK; parità di accesso per tutti i candidati alle elezioni ai media; imposizione di severe sanzioni a coloro che esercitano pressione sugli elettori; dibattiti TV obbligatori tra i candidati; trasparenza sui costi delle campagne elettorali. I manifestanti chiedono anche che la regolarità delle recenti elezioni presidenziali sia controllata e rivalutata.
  • Media liberi: rimozione del top management dell’emittente pubblica, RTS, e dell’emittente provinciale RTV; applicazione di sanzioni a tutti gli editori che violano le leggi dei media e il codice dei giornalisti.
  • De-partiti-zzazione: rimozione di tutti i funzionari assegnati dal partito e corrotti dalle aziende statali e pubbliche.
  • Decentramento – elezioni dirette per le amministrazioni locali e più potere agli enti locali.
  • Cambiamento di priorità delle politiche economiche e sociali
  • Tutela dei diritti del lavoro e miglioramento dello stato di tutti i lavoratori: modifiche alle leggi sul lavoro per migliorare le condizioni dei lavoratori e difendere i loro diritti; aumento del salario minimo.
  • Protezione degli standard di vita: smantellare i tagli delle pensioni e dei salari; riforma del sistema di assistenza; riforma agricola e aumento dei sussidi per gli agricoltori; revisione degli accordi con il FMI; bloccare ulteriori privatizzazioni.
  • Servizi educativi e sanitari interamente finanziati pubblicamente, a disposizione di tutti.

• Durante i primi giorni di protesta, i manifestanti non avevano sottoposto specifiche richieste al governo.

• Il terzo giorno, tuttavia, gli studenti provenienti da Novi Sad e Subotica hanno preso l’iniziativa richiedendo inoltre le dimissioni immediate di Maja Gojkovic, Presidente del Parlamento, la rimozione del top management dell’Autorità per i media elettronici, REM, della Commissione elettorale, RIK, e dell’emittente pubblica, RTS. Le richieste includevano anche la pulizia delle liste elettorali che sembrano contenere nomi di più di un milione di elettori non ammissibili.

Il Movimento Studenti di Novi Sad ha presentato richieste aggiuntive nel campo socio-economico, come la fine delle misure di austerità. Tali punti sono stati rapidamente accettati dai manifestanti in tutta la Serbia e sono stati successivamente ampliati.

• Altri gruppi, che hanno unito le proprie forze a quelle dei manifestanti, come ad esempio i sindacati di polizia e dell’esercito, hanno espresso le loro esigenze in materia di miglioramento delle condizioni di vita dei loro membri.

Perché?

• Nelle elezioni presidenziali del 2 aprile Vucic ha raggiunto il 55% dei voti, mentre il secondo classificato, l’ex difensore civico Sasa Jankovic, si è aggiudicato il 16%.

• Gli osservatori hanno rilevato alcune irregolarità nel giorno delle elezioni. Tuttavia, la campagna elettorale è stata caratterizzata dal dominio mediatico di Vucic, da suoi presunti abusi ai fini della campagna della carica di Primo Ministro e da attacchi feroci sui tabloid filo-governativi rivolti ai candidati di opposizione e alle persone a loro vicine. Il Centro per i media elettronici e le comunicazioni, CEM, un’ONG di monitoraggio della campagna nei media, ha pubblicato un rapporto in vista del voto evidenziando il “dominio assoluto” di Vucic presso tutte le emittenti televisive nazionali tra il 2 marzo e il 22 marzo. Nel suo rapporto, CEM ha dichiarato evidente il vantaggio che i media hanno concesso a Vucic sugli altri candidati. L’unico problema era stabilire quali media gli hanno concesso il vantaggio più grande. Inoltre, il giorno prima dell’inizio del “silenzio elettorale”, tutti i maggiori quotidiani del paese sono andati in stampa con il logo di Vucic in prima pagina.

• Prima delle elezioni, sembra che elenchi di “voti sicuri” siano stati compilati dal Partito Progressista Serbo di Vucic. Sono stati segnalati casi di dipendenti pubblici e anche di alcuni lavoratori in aziende private che collaborano con lo Stato che hanno sostenuto la campagna di Vucic rally anche attraverso sostegno finanziario.

• In vista delle elezioni, la RIK ha stabilito che i voti dei serbi in Kosovo sarebbero stati trasportati in Serbia per il conteggio, una mossa che la Corte costituzionale serba aveva ritenuto incostituzionale nel giugno dello scorso anno.

• Le proteste, tuttavia, si sono concentrate più sul potere di Vucic, che i manifestanti apostrofano come una “dittatura”, non solo sulle elezioni. Le autorità sono accusate di erodere la libertà di stampa, di ordire campagne contro i critici del governo, e di introdurre leggi e misure che erodono i diritti dei lavoratori. I progressisti al potere sono accusati di corruzione e di esercitare uno stretto controllo su tutto nel paese.

Reazioni:

• Tre candidati presidenziali rivali, Sasa Jankovic, Bosko Obradovic, Ljubisa Preletacevic Beli, così come la maggior parte dei partiti di opposizione, hanno espresso sostegno nei confronti della protesta non violenta. Lo stesso ha fatto il leader ultranazionalista del Partito radicale, Vojislav Seselj, manifestando accordo per alcune delle richieste espresse dai manifestanti.

• Vucic ha definito legittima la protesta, finché pacifica: “Ci sono sempre persone non sono soddisfatte dei risultati delle elezioni. Si tratta di un processo democratico. Nessuno è intervenuto, abbiamo permesso loro di protestare”, ha dichiarato il 6 aprile.

(Filip Rudic, Balkan Insight, 12.04.2017)

http://www.balkaninsight.com/en/article/serbia-s-anti-vucic-protests-key-facts-04-12-2017

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