Secondo l’analista agricolo Branislav Gulan, se tutta la Serbia producesse solo prodotti biologici, non sarebbe in grado di soddisfare le esigenze sia dei mercati esteri che di quello serbo.
Gulan sostiene che la sua valutazione ha come solido fondamento la constatazione che, l’anno scorso, la Serbia ha generato 19,6 milioni di euro dall’esportazione di prodotti biologici, e che sono solo 2.000 i produttori di alimenti impegnati nella produzione biologica e nella coltivazione di verdura biologica su 15.000 ettari di terreno coltivabile.
“La quota di terreni adibiti alla produzione biologica nella dimensione complessiva dei seminativi in Serbia è pari solo allo 0,44%. I cereali rappresentano la maggior parte della produzione biologica, il 32%, per essere precisi. “Frutta biologica viene coltivata sul 22% della superficie totale dei seminativi, mentre le colture industriali rappresentano il 20%. Se confrontiamo il valore delle esportazioni e delle dimensioni dei terreni dediti alla produzione biologica, il potenziale della produzione biologica appare chiaro. Non è certo una sorpresa, mentre la domanda di prodotti biologici cresce di anno in anno”, aggiunge Gulan.
L’analista spiega che la Serbia esporta la maggior parte della sua produzione biologica (frutta, secca e congelata, prevalentemente lamponi) verso i paesi membri dell’Unione europea.
“La maggior parte dei nostri prodotti biologici viene esportata in Germania, nei Paesi Bassi e negli Stati Uniti”, Gulan puntualizza.
“Di default, i prodotti biologici in Serbia sono più costoso. Aumento dei prezzi a parte, la qualità è eccellente perché stiamo parlando di cibo privo di sostanze chimiche. Questa è la ragione più importante per cui consumatori scelgono i produttori biologici nonostante il prezzo di alcuni prodotti, cinque volte superiore rispetto al prezzo dei prodotti non biologici”.
Vladimir Carter, da Kišac, nei pressi di Novi Sad, è uno dei più grandi produttori di alimenti biologici in Serbia e attualmente possiede 15 ettari di terreno certificati per la produzione biologica. “Ho ricevuto molte offerte per l’esportazione in mercati diversi, da Russia, Germania, Austria, Svizzera e Belgio. Abbiamo anche ricevuto offerte dagli Stati Uniti e dagli Emirati Arabi Uniti, ma abbiamo deciso di evitare queste destinazioni, poiché l’intera procedura di esportazione è molto complicata. Dovremmo avere mediatori, il che, a sua volta, aumenta i rischi di pagamento. Abbiamo un mercato reale e leali consumatori qui, in Serbia, quindi non siamo ancora desiderosi di esportare”, sostiene Carter.
(Vecernje Novosti, 05.03.2017)
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