La prima esercitazione militare congiunta tra Serbia e paesi della NATO si svolgerà in Serbia nell’ottobre del prossimo anno e potrebbe rappresentare a livello politico un passo avanti nella cooperazione con l’Alleanza Atlantica.
Sebbene la Serbia, grosso modo, sia conforme alle norme della NATO, mentre insiste ancora sulla sua neutralità militare, la cooperazione militare con la Russia viene considerata più favorevolmente dall’opinione pubblica serba.
La Serbia ha partecipato a numerose esercitazioni dell’Alleanza nell’ambito del programma “Partnership for Peace”, ma, soprattutto, come paese osservatore. La suddetta esercitazione, denominata REGEX 18, avrà luogo in Serbia per la prima volta, stando a quanto confermato dal Ministero serbo della Difesa. Il Ministero ha rifiutato di approfondire, ma l’esperto di politica estera Bosko Jaksic afferma che l’esercitazione congiunta potrebbe rilanciare la questione della cooperazione tra l’Alleanza Atlantica e la Serbia.
“Tuttavia, vi è un grande “se”. Potrebbe trattarsi di una buona opportunità per la Serbia di mostrarsi amichevole con la NATO, per ricordare l’esistenza dell’accordo IPAP e la collaborazione nel suo ambito, nonché per mostrare ancora una volta il proprio impegno nel processo di integrazione europea che non è necessariamente legato alla NATO, ma potrebbe esserlo. Nel complesso, credo che questa sia una buona notizia, ma temo che le autorità serbe non sappiano come usarla a loro vantaggio politico”, aggiunge Jaksic.
La ragione principale di questo non è il timore per una possibile reazione da parte di Mosca, ma l’animosità che, dopo il bombardamento della Serbia nel 1999, esiste in Serbia nei confronti della NATO, e che viene alimentata dalla propaganda politica.
“La Russia usa, per così dire, l’artiglieria pesante per dissuadere i paesi dalla cooperazione con l’Alleanza e, a questo riguardo, la propaganda russa è molto più efficiente di quella serba. Se la Serbia vuole attenersi a questa politica di neutralità militare, bisogna rispettare l’equilibrio e sottolineare i vantaggi e i difetti dei due corsi. Non dobbiamo temere di dire cose positive sulla NATO”, spiega Jaksic.
Mentre la Serbia persiste sulla sua neutralità militare e appare in bilico tra la NATO da un lato (attraverso il Partenariato per la Pace), e la Russia dall’altro, le attività congiunte con l'”alleata” Mosca non sono così conosciute dal’opinione pubblica.
Nel frattempo, tutti i paesi confinanti della Serbia sono diventati membri della NATO o sono in procinto di farlo.
“La cooperazione con l’Alleanza sta avanzando, ma sotto il radar e lontano dall’opinione pubblica perché i nostri politici sono spaventati da come potrebbe reagire il pubblico alla menzione della NATO. Quindi hanno creato un’atmosfera in cui, se dite di sostenere la NATO, siete marcati come traditori, ma se dite di sostenere la Russia, venite considerati patrioti”, aggiunge Bosko Jakic.
(Radio Free Europe, 07.08.2017)
https://www.slobodnaevropa.org/a/nato-vezba-srbija/28661803.html
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