La Serbia perde circa 200 persone ogni giorno e ogni anno nascono circa 100.000 bambini in meno rispetto a 70 anni fa. Paesi deserti, comuni vuoti. Si stima che entro il 2040 ci saranno meno di 5 milioni di serbi.
La capa del Dipartimento per la demografia dell’Ufficio di statistica della Repubblica (RZS), Gordana Bjelobrk, ha dichiarato che il numero di morti è in crescita. “Se si guarda alla struttura per età, non abbiamo mai avuto una popolazione così anziana. Cresce la quota di anziani e divorzi. Cresce l’età media delle madri che danno alla luce il primo figlio, l’età media dei cittadini della Repubblica di Serbia. Cala il numero dei neonati, cala il numero dei matrimoni. E anche le migrazioni all’estero hanno un impatto indiretto”.
Parlando delle migrazioni dai paesi alle città, la stessa fa notare che su 168 comuni, solo 3 non sono in deficit cioè Presevo, Tutin e Novi Pazar. Alcuni hanno un trend negativo costante dagli anni ’60.
Tatjana Macura, presidente dell’associazione “Mame su zakon”, ha affermato che è ingrato parlare di quando qualcuno deciderà di allargare la famiglia, e ha affermato che le ragioni principali dell’attuale situazione demografica sono che le persone aspettano di avere un lavoro stabile, esercitare i loro diritti legali, essere spensierate ed economicamente indipendenti. “In questo momento il problema minore è se le donne siano pronte o meno, la responsabilità più grande spetta allo Stato”, ha concluso.
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