Nell’arco di dieci anni, la Serbia dovrebbe avere circa 500.000 PMI (piccole e medie imprese) nelle quali dovrebbe esere impiegate quasi un milione di persone: è questo l’obiettivo del progetto del Ministero dell’Economia dal titolo “The Decade of Entrepreneurship”.
Inoltre, il progetto stabilisce che ogni decima PMI dovrebbe essere impegnata anche nell’esportazione. Affinché questo obiettivo si concretizzi, ci dovrebbero essere 16.000 nuove imprese di nuova costituzione rispetto a quelle che vengono liquidate ogni anno.
Attualmente, la Serbia conta 340.000 piccole e medie imprese che danno lavoro a circa 840.000 persone, pari al 65,7% del numero totale di lavoratori nel paese.
“Per anni, il numero di aziende non si è mosso da 320.000, vale a dire circa 100.000 entità commerciali e 220.000 piccole imprese. Sono fondate e liquidate alla stessa velocità. Ora, questo numero è cresciuto fino a 360.000 e spero che la tendenza continui”, afferma Zvonko Obradovic, Direttore dell’Agenzia del Registro delle Imprese di Serbia.
Le PMI rappresentano il fondamento dell’economia di ogni paese. Naturalmente, anche le grandi aziende sono importanti, ma le piccole imprese possono essere considerate la spina dorsale dell’economia e i contribuenti più responsabili.
Dal punto di vista dei datori di lavoro, la cifra sopra menzionata di 500.000 imprese non sembra così irraggiungibile: “Possiamo raggiungere questo numero. Tuttavia, lo sviluppo di alcune branche economiche, che influenza il numero di aziende in tali rami, dipende dallo standard di vita. Il prerequisito chiave per l’industria dei servizi (bar, parrucchieri, ristoranti) è che i consumatori abbiano abbastanza denaro. Non sono sicuro di quanto successo avranno le aziende serbe nell’esportazione. La concorrenza globale è molto feroce, ed è molto difficile diventare competitivi e posizionarsi sui mercati esteri”, afferma Nebojsa Atanackovic, ex direttore del Sindacato dei Datori di lavoro.
(Vecernje Novosti, 09.01.2018)
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