Petovar: “Belgrado a rischio collasso urbano”

“La voracità, l’avidità, l’arroganza e il diritto del più forte hanno abolito una pianificazione e una costruzione a misura d’uomo e minacciano di distruggere l’identità di Belgrado e il patrimonio culturale dell’intero Paese”, afferma la sociologa Ksenija Petovar, professoressa in pensione alla Facoltà di Architettura e Geografia.

In una conversazione con “Nova.rs”, la Petovar avverte che “finché i cittadini crederanno che l’orso non si presenterà alla loro porta, saremo uno Stato di sudditi con una mentalità da schiavi”. L’esperta aveva rivolto numerose critiche al progetto “Beograd na vodi” quando era ancora sulla carta, e ora afferma che si sta assistendo a un cambiamento brutale e violento nella fisionomia dello spazio urbano, al degrado del patrimonio urbano, al cambiamento della silhouette per cui Belgrado è riconoscibile.

“Le obiezioni chiave al progetto “Beograd na vodi” si sono avverate. Invece dell’immagine riconoscibile di Kalemegdan e Vracar, quando ti avvicini a Belgrado da ovest, vedi solo ora grattacieli messi insieme, che quasi si toccano, e una mostruosità fatta di facciate di vetro che emergono dal fiume Sava. Come cittadina sono inorridita dalla facilità con cui l’identità della mia città, la sua struttura urbana viene distrutta, gli spazi pubblici urbani e le rive della Sava e del Danubio vengono sequestrati, il traffico urbano viene ricollocato con la forza e gli assi centrali del vecchio nucleo urbano vengono spostati. Ancora non si sa a chi siano state vendute le sponde del fiume, più di cento ettari dello spazio pubblico tra i più preziosi della città”, sottolinea la Petovar.

Alla domanda su quali saranno le conseguenze della modifica del Piano territoriale della città, che consente la costruzione di edifici alti fino a 100 metri, la riduzione delle aree verdi previste e delle cinture di protezione verde, la stessa ha affermato che vivere nei grattacieli costa molto. “Chiedete ai residenti delle “kapije” est e ovest di Belgrado e dei grattacieli come vivono e quanto costa mantenere ascensori, installazioni e altre apparecchiature in modo che l’edificio non si trasformi in un alloggio scadente. Ora è prevista una costruzione ancora più ampia di edifici multipiano, senza che sia condotto alcuno studio sull’impatto degli edifici sui flussi di traffico nell’area. Temo che “Beograd na vodi” sarà parte integrante del crollo urbano in cui Belgrado sta scivolando lentamente e inesorabilmente. Le questioni più dolorose sono sempre le stesse: drenaggio non regolamentato di acque reflue e altre acque, discariche non regolamentate e illegali, strade locali devastate”.

L’esperta sottolinea inoltre che le aree verdi a Belgrado vengono costantemente ridotte, contro le normative in uso; aree protette vengono devastate da investitori, file di alberi vengono tagliate, edifici vengono costruiti su appezzamenti di privati, pratica al di fuori di tutte le norme urbane. “L’urbanismo come scienza e la pratica dell’urbanistica è stata abolita dalla voracità, dall’avidità, dalla spietatezza, dall’arroganza, dalla sfrontatezza e dal diritto del più forte. I piani urbani sono firmati da esperti obbedienti che perderebbero la licenza se esistesse un’associazione professionale indipendente e professionalmente responsabile. Quando prevale la convinzione che i metri quadrati e le superfici in cemento valgano più degli alberi, dell’erba, di aree sicure dove far giocare i bambini, di boschi e parchi cittadini, del cinguettio degli uccelli, allora la città si trasforma in un mucchio di cemento e vetro”, conclude la Petovar.

https://novimagazin.rs/vesti/264219-petovar-beogradu-preti-urbani-slom

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