In autunno, dopo due anni di preparazione e la sospensione iniziale dalla procedura, la Serbia dovrebbe dotarsi di una nuova legge sulla parità di genere, che prevede, tra le altre novità, quote del 40% per la partecipazione di donne alle amministrazioni e agli organi di amministrazione dello Stato. Inoltre, secondo tale legge, chiedere ad una donna, durante un colloquio di lavoro, se pianifica di sposarsi e di avere una famiglia, sarà considerato illegale.
La vice PM Zorana Mihajlovic ha annunciato che nei prossimi dieci giorni il disegno di legge sulla parità di genere dovrà essere esposta al governo ed esaminata dall’Assemblea, affinché, secondo la procedura regolare, possa essere adottata alla fine di settembre.
Secondo Mihajlovic, il progetto di legge ha già ottenuto il consenso da parte di 25 istituzioni, tra cui ministeri, agenzie e organismi indipendenti, ma un potenziale problema potrebbe sorgere nel caso in cui il Ministero del Lavoro, dell’occupazione, e degli affari sociali volesse far ripartire la legge dall’inizio chiedendo la creazione di un nuovo gruppo di lavoro.
“Penso sarebbe pessimo per la Serbia. È un passo indietro, non un passo in più”, ha dichiarato Mihajlovic, esprimendo la speranza che questo non avvenga. La Ministra ha sottolineato che la nuova legge non varebbe nulla se non applicata, e questo dovrebbe essere garantito da ispezioni di vigilanza e dall’imposizione di sanzioni.
“Le sanzioni previste per gli individui e le entità commerciali vanno da 500.000 ad un milione e mezzo di dinari”, spiega Mihajlovic, precisando che altrettanto vale per il settore privato.
Sarà inoltre vietato dalla legge includere fotografie nel curriculum nel caso di candidatura ad un lavoro e procedere a qualsiasi selezione basata sull’aspetto.
“Non sarà consentito ad un futuro datore di lavoro chiedere se avrai figli, se ti sposerai e quando. Così funziona in tutti i paesi che ci circondano”, spiega Mihajlovic.
Tra gli elementi importanti delle nuove norme proposte in materia di parità di genere, la Ministra ha sottolineato la prevenzione della violenza contro le donne, nonché il rafforzamento economico delle donne. L’obiettivo è anche quello di equilibrare le retribuzioni percepite dagli uomini e dalle donne.
La Serbia è l’unico paese in Europa a non essere dotata di un servizio ufficiale di telefonia per il soccorso alle donne vittime di violenza, cosa cui dovrebbe porre rimedio la nuova legge. Secondo il piano d’azione per il Capitolo 23 relativo alla giustizia e ai diritti fondamentali, l’obbligo era quello di adottare la legge lo scorso anno.
Secondo i dati ufficiali, il 51,3% della popolazione in Serbia è costituita da donne e la necessità di adottare una nuova legge è anche indicata dal fatto che le donne hanno 40 “giorni lavorativi gratuiti all’anno” in più rispetto agli uomini.
(eKapija, 23.08.2017)
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