Circa 1000 i partecipanti all’edizione 2016 della parata dell’orgoglio delle persone lesbiche, gay, bisex e transessuali questa mattina a Belgrado.
Un apparato di sicurezza che ha coinvolto oltre 5.000 agenti di polizia, con la collaborazione di un contingente di colleghi svedesi, ha garantito che la manifestazione dell’orgoglio LGBT, che si è snodata da piazza Slavija a piazza della Repubblica, si svolgesse senza incidenti di rilievo.
Minime le contestazioni. Davanti alla chiesa di San Marco un gruppo di persone ha esposto uno striscione con la scritta “Mai la vergogna omossessuale in pubblico”. Risultano comunque fermate circa 10 persone. Il ministro dell’interno Nebojsa Stefanovic ha rifiutato di autorizzare due manifestazioni dei gruppi politici “I nostri” e “Dveri” davanti alla sede del governo e del quartiere centrale del partito del progresso serbo.
Molte le personalità pubbliche e i rappresentanti delle delegazioni diplomatiche che hanno preso parte alla parata dell’orgoglio LGBT. Il sindaco di Belgrado Sinisa Mali ha messo a disposizione 250 poliziotti comunali e ha dichiarato che la capitale serba condivide i principi di civiltà europei e che è molto importante che la principale città del paese cambi in tal senso. Il ministro della pubblica amministrazione e delle autonomie locali Ana Brnabic, primo ministro nella storia del paese a dichiararsi pubblicamente gay, ha sottolineato che è importante che per il terzo anno consecutivo partecipano alla parata ministri del governo in carica: “Le richieste della comunità LGBT non sono una priorità del governo ma sono comunque importanti”.
Tra i partecipanti il capo della delegazione Ue in Serbia Michael Davenport, l’ambasciatore italiano Giuseppe Manzo, l’ambasciatore inglese Denis Kiefe, i leader del partito democratico e del partito liberaldemocratico Bojan Pajtic e Cedomir Jovanovic, l’europarlamentare Tanja Fajlon, la presidente del comitato parlamentare per l’integrazione europea Marinika Tepic, la deputata DS Gordana Comic, la capo negoziatrice con l’Ue Tanja Miscevic, l’attrice e attivista civica Mirjana Karanovic, gli ex ministri Ivan Tasovac e Kori Udovicki.
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